VIAGRANDE – L’applaudito ed amato artista giapponese Kenji Shinohe, che lo scorso luglio durante l’VIII edizione del Festival Internazionale Teatri Riflessi ha vinto il premio come Miglior Corto e numerosi e diversi importanti riconoscimenti come Miglior Drammaturgia, il Premio Valentina Nicosia per la Migliore Interpretazione e le due Menzioni “Alterità” e pubblico, ritorna sul palco dei Viagrande Studios con due spettacoli: “K(-A-)O”, pluripremiato a Teatri Riflessi, e una prima nazionale in Italia, “R”.
Due opere che, hanno riconfermato l’affetto del pubblico per l’artista, unendo teatro, danza contemporanea e tecnologia.
Il centro multidisciplinare di Viagrande diretto da Claudia Migliori, da anni partner di Teatri Riflessi, ha offerto agli spettatori, generosi negli applausi, un interessante dibattito sul lavoro dell’artista e sulle novità dell’associazione IterCulture organizzatrice del festival.
“Teatri Riflessi è sempre più incentrato sulla collaborazione con il territorio per una sua valorizzazione capillare – dichiara Dario D’Agata presidente di IterCulture che insieme a Valerio Verzin ne cura la direzione artistica -. Quando nel 2009 è nato Teatri Riflessi è stato tutto una grande scommessa che ha avuto sin dall’inizio un grande riscontro di pubblico e importanti risultati come la partecipazione, dalla prossima edizione, al Network Anticorpi XL, la rete italiana dedicata alla giovane danza d’autore“.
Per la prima volta, la Sicilia, una delle poche regioni non ancora rappresentate, avrà un membro all’interno della rete per un’azione continua di mappatura territoriale della creatività emergente, agendo da ponte tra isola e penisola promuovendo la distribuzione e il confronto nazionale e internazionale di giovani coreografi siciliani contribuendo a diffondere l’eccellenza dei talenti.
“Stiamo già lavorando alla nona edizione – concludono D’Agata e Verzin – e sappiamo che il pubblico è pronto alle novità, ai linguaggi contemporanei, e anche chi non è abituato è desideroso di lasciarsi sorprendere per stimolare il proprio appetito culturale“.