“Anima Mundi” di Nèon Teatro, in scena la razionalità “dell’errore” che muove il mondo e ne svela la bellezza

“Anima Mundi” di Nèon Teatro, in scena la razionalità “dell’errore” che muove il mondo e ne svela la bellezza

CATANIA – Dopo “Ciatu” e “Invasioni”, il terzo spettacolo che ha completato il “Trittico della felicità umana” del progetto multidisciplinare della Compagnia Nèon Teatro in collaborazione con TSC: “Anima Mundi”, andato in scena fino a mercoledì 17 novembre al Teatro Stabile di Catania.

Diretto da Monica Felloni sui testi di Piero Ristagno, “Anima Mundi” ha celebrato l’essenza della vita e dell’essere umano. “È tempo di dedicarsi all’errore”, così un’attrice in scena ha introdotto il tema della diversità che non può far altro che partecipare, come l’identità, all’anima del mondo e che è in grado di coglierne il suo senso più autentico.

L’anima del mondo, da Spinoza a Hegel: niente è più razionale della diversità

Nata 7 anni fa dalla lettura del libro di Hames Hillman “L’anima del mondo e il pensiero del cuore”, l’opera teatrale ha aggiunto alla centralità che l’anima del mondo occupa nella metafisica e nella cosmogonia platonica, il tema fondamentale della relazione propria dell’etica scaturita dalla filosofia di Spinoza.

Il filosofo di Amsterdam suggerisce come la verità non si fondi su un criterio sensibile, bensì su un piano intellettuale. L’essere non è pertanto “giusto” o “sbagliato”, ma ciò che è. Lo scopo ultimo dell’esistenza diventa quello di essere capaci di divenire.

Lingue, emozioni, luoghi, forme ed espressioni differenti attraversano il mondo ed esprimono la sua anima che le include tutte. Attraversano anche il genere umano, che risulta unico e molteplice allo stesso tempo e che non può far altro che coincidere con l’amore, con la forza vitale propria di ogni essere.
Nessuna castrazione dei diritti e della libertà delle manifestazioni terrene può appartenere alla sostanza unica che è Dio e l’universo insieme. Ad andare in scena con “Anima Mundi”, la meraviglia dell’esistenza, l’esplosione delle sue divine forme che si stagliano sul palco fotografando una porzione di realtà.

Tutto è normale e aderisce alle sue leggi, niente è più razionale della diversità: proprio la differenza offre l’opportunità di cogliere, attraverso l’intelletto, il reale che le coincide nella sua sintesi, come ben dimostra la sostanziale immobilità del movimento dialettico hegeliano.

Parola e movimento, uno straordinario strumento a servizio dell’inclusione

Movimento dei corpi e poesia delle parole che accompagnano lo spettatore verso la consapevolezza della bellezza dell’imprevisto e dell’inciampo. “Anima Mundi” emoziona e stupisce delicatamente chi lo guarda, portando avanti la rivoluzione di Nèon nel modo di fare teatro, includendo e arricchendo le opere con tutte le “diverse abilità” che sono ben amalgamante tra loro. Perché se l’intenzione della normalizzazione impossibile è destinata all’eterno fallimento, le parole e le azioni scevre da ogni preconcetto sono naturalmente destinate al successo e alla celebrazione della vita che, per necessità logica, non è mai un errore.

Ad aver partecipato allo spettacolo: Dario Conti, Emanuela Dei Pieri, Martina Di Prato, Teresa Fazio, Monica Felloni, Danilo Ferrari, Patrizia Fichera, Stefania Licciardello Anzalone, Angela Longo, Manuela Partanni, Matteo Platania, Dorotea Samperi e Francesca Sciatà; Alejandra Deza Moreno e Gaia Santuccio (coreografie); Renzo Francabandiera (cartoline); Ségolène Le Contellec, Francesco Noè, Salvatore Pappalardo (area tecnica); Jessica Hauf e Luca Di Prato (riprese video); Maurizio Leonardi (design visivo).

 

Foto di Eletta Massimino