CATANIA – Ricordi, momenti di vita, interviste, recensioni e fotografie condensate in 400 pagine nel libro “Tuccio l’eterno”, Bonfirraro Editore, del giornalista Valerio Musumeci, dedicato al catanese più amato ed applaudito nel mondo l’unico ed inimitabile Tuccio Musumeci.
Dal palco del Teatro Brancati Ruggero Sardo, dopo i saluti istituzionali del produttore Orazio Torrisi, del sindaco Enzo Trantino, dell’editore Salvo Bonfirraro, guida un amabile dialogo tra la gremita e partecipe platea e il maestro Musumeci che insieme all’autore ripercorre l’iconica storia d’arte e passione di re Tuccio.
Dagli inizi dell’avanspettacolo, alla formazione del Teatro Stabile di Catania alle tournée internazionali come quella di “Pipino il Breve” il celebre musical di Tony Cucchiara che ha visto Tuccio Musumeci prestare cuore e anima al re di Francia fino alla scorsa stagione per un romanzo che racconta la vita di un uomo ed artista che sceglie di non seguire il futuro già prestabilito dai genitori ma dare forma ai propri sogni.
A far da cornice al libro anche dieci interviste a personaggi importanti nella vita di Tuccio Musumeci come Pippo Baudo, Leo Gullotta, Claudio Fava, Salvo Ficarra, Fioretta Mari, Anna Malvica, Giuseppe Dipasquale, Miko Magistro, Alfredo Lo Piero e Gaetano Savatteri l’autore di “Makari”.
Quasi un secolo di vita, raccontato su carta, che indiscutibilmente si lega non solo alla memoria collettiva del nostro Paese ma anche a quella personale di ognuno di noi.
L’attrice Lorenza Denaro legge alcuni passi del libro intervista accompagnando il pubblico nei momenti di vita di un uomo naturalmente comico, ironico e divertente.
Tuccio Musumeci si racconta al suo pubblico con la stessa atmosfera di una serata tra amici dove non mancano le risate come quando ricordò l’incontro a Roma, al teatro Quirino, con un ufficiale dei carabinieri il quale gli disse che la celebre battuta “‘U purtau u pani papà” fu usata come messaggio in codice per la guerra in Kosovo o la commozione legata alla scomparsa di Pippo Baudo e alla loro fraterna amicizia e alle parole di Totò che lo cita come una figura di riferimento per il teatro dopo averlo visto giovanissimo in scena a Pompei distinguendosi sin da subito per la sua incommensurabile bravura.
Ph Dino stornello





