A Spazio Bis emozioni per “Alessandria” e il legame di vita, solitudine e sofferenza tra una drag queen e un giovane regista

CATANIA – Alessandria ci ricorda che nulla è come sembra, le parole di un racconto non sono solo tracce d’inchiostro sulla carta ma rappresentano il dolore di un addio, il peso di una paura, l’intensità di un vero amore. 

In scena venerdì e sabato scorso sul palco di Spazio Bis, all’interno della rassegna “Giovani sguardi”, Alessandria, scritto da Simone Santagati e da lui diretto insieme a Giuseppe Bisicchia, ha emozionato, divertito e commosso, un doppio sold out segnato da forti e interminabili applausi in entrambe le date, complice un finale ad effetto, inaspettato e commuovente. 

Apprezzate a gran voce le superbe interpretazioni dei due protagonisti, Andrea Schillirò, attore professionista nei panni di Elodiva, drag queen all’apparenza sguaiata e volgarotta, dalla quale emerge a piccoli passi una profonda sensibilità, e Andrea Luvarà, allievo attore dell’acting school “Buio in sala”, nel ruolo del Signor F, cupo, riservato, scorbutico, fondamentalmente ferito, alle prese con l’imminente messa in scena del suo spettacolo, “Alessandria”.

Un incontro esilarante quello tra i due, scandito dalle battute brillanti su tacchi a spillo intrise di cultura pop di Elodiva, che Schillirò ha magistralmente impersonato, riuscendo a scandire con grande effetto tutti i tempi comici del suo personaggio e al tempo stesso raccontando delle sue paure e fragilità. Un impegno importante quello del professionista che si è confrontato non solo con il ruolo di drag queen ma con ben quattro personaggi differenti, ciascuno con un linguaggio, caratteristiche e registri diversi, in un atto unico dal ritmo sostenuto e avvincente. 

Una rivelazione Luvará, nella duplice veste di regista burbero e introverso, e di Viaggiatore, uno dei personaggi del proprio racconto, che insieme ad Elodiva giocherà ad interpretare, leggendo con lei i versi di una storia dolorosa e struggente, che rappresentano ciò che rimane di un amore perduto, in un mix di risposte sagaci, ricordi indelebili e momenti d’ira distruttiva e irruente che lo studente ha rappresentato con tanta passione, mettendo in luce il suo grande talento. 

Una scrittura fluida e precisa in ogni dettaglio quella di Santagati, giovane autore che ha narrato di questi personaggi dal loro primo incontro fino all’epilogo malinconico e introspettivo, passando tra scene improvvisate di un copione inedito, con i suoi personaggi immaginari che tanto hanno di reale, come la Matriarca e la Gabbianella, e i ricordi del Signor F, quei frammenti di dialoghi con Marina, una madre bigotta e iperprotettiva, e Felice, suo figlio, un vecchio “amico”, sempre rimasto nel cuore del regista.

Un successo insomma per la compagnia Buio in sala di Massimo Giustolisi e Giuseppe Bisicchia, che ancora una volta coadiuvati da Silvana D’Anca e Giovanna Sesto hanno dato voce al talento e alle emozioni, che hanno coinvolto tra lacrime e risate un pubblico eterogeneo di tutte le età. 

Accurato e di grande effetto il trucco di Elodiva, ideato da Alfredo Cortese e realizzato da Agnese Romeo. Efficaci le scelte scenografiche e musicali, curate dalla compagnia Buio in sala e dall’assistente allo spettacolo Salvo Casella, con un gioco di proiezioni e luci coinvolgenti, e una canzone, “L’odore delle rose”, struggente e sognante, come colonna sonora di questo piccolo capolavoro.