CATANIA – I “Classici Sguardi“, la fortunata ed applaudita rassegna dedicata al Teatro Classico della Compagnia Buio in Sala, fondata e diretta da Massimo Giustolisi e Giuseppe Bisicchia insieme a Silvana D’Anca e Giovanna Sesto, venerdì 22 e sabato 23 marzo alle 21, ritornano in scena con “Mandragola” di Niccolò Machiavelli.
A Spazio Bis è di scena “Mandragola”
La regia è di Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi, protagonista sulla scena ed autore anche dell’adattamento teatrale, che si concentrerà sulla perfetta riuscita della rappresentazione dei tipici personaggi utilizzati dallo studioso e letterato fiorentino, strizzando l’occhio alla ricchezza di dettagli e allusioni che li riguardano con il preciso obiettivo di tenere lontana l’opera dal rischio di essere una delle tante imitazioni.
Le parole di Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi
“Nel testo – spiegano Massimo Giustolisi e Giuseppe Bisicchia – non mancano espedienti e meccanismi che derivano dalla tradizione latina che fanno riferimento a Plauto e Terenzio e che nel 500 erano ancora abbondantemente sfruttati ma la commedia rappresenta, sotto il profilo comico, la visione dei rapporti umani che nei secoli ha conquistato gli spettatori per la quantità di ingegno utilizzata nell’ordire e manovrare intrighi fino a sfruttarne la loro comicità che si contrapponeva al linguaggio prevalentemente basso e orientato su fatti e sentimenti ordinari e per questo la rende storicamente una delle commedie più importanti del nostro teatro“.
Il cartellone “Classici Sguardi” della Compagnia Buio in Sala
Sul palco di Spazio Bis, la sala teatrale all’interno della scuola d’arte Buio in Sala, al centro polifunzionale Leonardo Da Vinci, al fianco di Massimo Giustolisi, gli attori Marina Puglisi, Daniele Bruno, Luigi Nicotra, Giuseppe Brancato, Silvana D’Anca, Giovanna Sesto e Salvo Casella che dopo il successo al Calatafimi – Segesta Festival – Dionisiache 2017, continuano a conquistare applausi e pubblico di tutte le età.
“Mandragola è una commedia estremamente attuale – concludono Giustolisi e Bisicchia – perché i temi trattati come la corruttibilità della società italiana dell’epoca, l’inganno, l’ingegno, la morale cattolica sono lo specchio dei vizi e delle virtù degli uomini e delle donne, di ieri e di oggi“.