CATANIA – Questi anni di pandemia, lo certificano autorevoli istituti di ricerca, hanno fatto registrare un notevole incremento dell’uso dei dispositivi elettronici da parte dei ragazzi.
Giustificato, infatti, dal lockdown, dalla didattica a distanza, dalla necessità di rimanere in contatto, almeno virtualmente, con amici, compagni e professori, l’utilizzo di smartphone e tablet ha finito per coinvolgere una platea sempre più larga e, purtroppo, sempre più giovane di utenti aumentando, in parallelo, le occasioni di rischio per i bambini ed i ragazzi che navigano in rete o restano, comunque, “connessi”.
Termini come cyberbullismo, grooming (adescamento on line), I.A.D. (dipendenza patologica da internet), vamping (la pratica di rimanere svegli per tutta la notte a chattare con altri utenti) hanno cominciato, così, ad essere sempre più noti ai genitori e a diventare, giustamente, motivo di seria preoccupazione.
Accanto alle famiglie, come peraltro previsto dalla legge n. 71 del 2017, è tuttavia presente la Scuola italiana chiamata, insieme alle altre Istituzioni, a dare il proprio contributo in una sfida appena iniziata e, certo, di non facile soluzione. Conscia del problema e del proprio ruolo di agenzia educativa e di formazione anche in tema di competenza e consapevolezza digitale, la Scuola Media “Quirino Maiorana”, diretta dalla dottoressa Gisella Barbagallo, in linea con le attività già realizzate nei mesi scorsi (redazione del documento di e-Policy della scuola, incontro degli alunni con la Polizia Postale), ha quindi ritenuto importante organizzare un evento destinato in maniera specifica ai genitori e, preso contatto con l’Associazione di promozione sociale “Palestra per la mente”, ha proposto nello scorso fine settimana il workshop “Parental control: sicurezza dei figli in rete”.
Presentato dal prof. Sebastiano Barresi, referente di istituto per le attività di prevenzione e contrasto a bullismo e cyberbullismo, il laboratorio è stato introdotto dal dott. Alessio Vasta, presidente dell’associazione, che ha illustrato ai genitori convenuti le attività di educazione digitale portate avanti dal 2014 da “Palestra per la mente” e, più in particolare, gli obiettivi del workshop: un laboratorio didattico finalizzato a trasferire agli adulti le competenze per realizzare, in modo non invasivo e rispettoso del processo di crescita dei figli, un attento ed equilibrato controllo sull’utilizzo da parte dei ragazzi delle nuove tecnologie e dei dispositivi digitali.
La spiegazione degli aspetti più tecnici è stata quindi affidata ad Alfredo Petralia e Francesco Emanuele, esperti dell’associazione, che con competenza e chiarezza hanno guidato i presenti alla scoperta dei sistemi di controllo offerti da piattaforme come Netflix e Sky, nonché delle principali applicazioni disponibili su Google e sui dispositivi Android ed Apple che permettono ai genitori di impostare le regole di base (tempi di connessione e contenuti, innanzitutto) della vita digitale dei figli. Particolare attenzione è stata dedicata al PEGI, il metodo di classificazione dei videogiochi in base ai loro contenuti, e quindi al tema del mobile gaming, il gioco tramite smartphone, un fenomeno che, agevolato dalla portabilità del dispositivo elettronico, sembra destinato a soppiantare in futuro i videogiochi “tradizionali” su console.
Due ore intense di corso, in definitiva, durante le quali i genitori della “Maiorana”, con interventi ripetuti e pertinenti, non hanno mancato di manifestare il loro interesse per il tema e la soddisfazione per l’occasione offerta dalla scuola. Due ore di “lezione” che, se da una parte hanno contribuito a mettere in evidenza le difficoltà, oggi sempre crescenti, del “mestiere” di genitore, costretto ad “inseguire” i figli su un campo spesso a lui poco congeniale, dall’altra hanno offerto la consapevolezza dell’esistenza non solo di soluzioni tecnologiche di facile accesso, ma anche di una rete di istituzioni ed associazioni che si vanno attrezzando per affiancare le famiglie nel complesso processo di crescita dei ragazzi.