CATANIA – Nel ricco calendario delle attività dedicate all’educazione civica dell’istituto C. Gemmellaro non poteva mancare quest’anno l’incontro dedicato alla celebrazione dei diritti umani nella giornata in cui si ricorda la proclamazione da parte delle Nazioni Unite della Dichiarazione Universale dei diritti umani.
La dirigente scolastica Concetta Valeria Aranzulla, con la collaborazione delle referenti alla legalità prof.ssa Chiara Sciuto e prof.ssa Santa Nicotra, ha coinvolto gli alunni delle classi quarte dell’istituto in un incontro sulla piattaforma g-suite con l’associazione Amnesty International, la più grande organizzazione non governativa al mondo di tutela dei diritti umani, una preziosa e importante occasione per sviluppare l’educazione civica e promuovere la cultura dei diritti e della responsabilità.
Relatori dell’incontro la dottoressa Giusy Squillaci vice responsabile della circoscrizione Sicilia, la professoressa Enza Venezia e i giovani studenti universitari attivisti di Amnesty Chiara Paolucci, Alessandra La Cagnina, Antonio Guastella.
Apre i lavori la dottoressa Giusy Squillaci che condivide subito con i suoi giovani interlocutori la grande soddisfazione per la liberazione di Patrick Zaki, studente egiziano dell’università di Bologna detenuto in Egitto dal febbraio 2020 e finalmente scarcerato dalle autorità egiziane il 7 dicembre, in attesa della prossima udienza.
Amnesty ha combattuto a fianco di Patrick un prigioniero di coscienza detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social e lo ha fatto come fa da 60 anni scendendo in piazza, promuovendo manifestazioni, fiaccolate e raccolta firme per fare pressioni sul governo egiziano. Sono più di 50mila le persone che grazie anche all’azione di Amnesty sono state liberate in questi ultimi sessant’anni.
“Meglio accendere una candela che maledire l’oscurità” questo lo slogan di Amnesty, la cui missione è la tutela delle libertà inalienabili della persona la diffusione in tutto il mondo dei valori di democrazia, diversità e tolleranza.
Ma cosa sono questi diritti umani di cui parliamo? Con questa domanda la Prof.ssa Enza Bifera prende la parola e si rivolge ai giovani studenti del Carlo Gemmellaro. Sono i diritti che ci appartengo in quanto esseri umani, sono diritti universali, inalienabili e sono racchiusi nei 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani. Sono diritti civili e politici, economici e sociali.
“Ogni individuo deve godere del riconoscimento dei propri diritti, ogni individuo ha la responsabilità di rispettare i diritti degli altri”.
I giovani attivisti Chiara Paolucci, Alessandra La Cagnina e Antonio Pastella raccontano invece la storia di alcuni giovani attivisti come loro che in tutto il mondo lottano per il riconoscimento dei loro diritti.
Per citarne qualcuno Janl Silva giovane donna che lotta per salvare la sua terra, la foresta amazzonica dal suo disboscamento e per questo è stata pedinata, intimidita e minacciata di morte, Zhang Zhan infermiera cinese imprigionata per 4 anni per aver documentato cosa stava succedendo a Wuan durante l’inizio della pandemia e Wendy Galarza giovane donna messicana che lotta per il riconoscimento dei diritti delle donne e contro le violenze di genere.
Ed è proprio a sostegno della battaglia di Wendy che gli studenti aderendo alla campagna di Amnesty Write for rights decidono di scrivere una lettera: “i diritti delle donne sono i doveri degli uomini”, scrive Clarissa, “non mollare Wendy noi siamo con te”, scrive Desiree, “non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla fine il tuo diritto di dirlo” , scrive Licia. Questi sono solo alcuni dei messaggi scritti dagli alunni e che saranno inviati dalla scuola a Wendy.
A conclusione dell’incontro Giusy Squillaci nel ringraziare tutti gli studenti e le studentesse del C. Gemmellaro per la loro partecipazione attenta , dedica loro una frase di Eleanor Roosevelt: “Dove nascono in fin dei conti i diritti umani? In piccoli posti vicino casa così piccoli e vicini che non possono essere visti in nessuna mappa. Eppure questi luoghi sono il mondo dell’individuo e se questi diritti non hanno significato là significano poco ovunque e se non sono applicati vicino casa non lo saranno nemmeno nel resto del mondo“.