CATANIA – Stiamo giungendo, dopo un anno di travagliato lavoro, alla fase conclusiva di questo anno scolastico. Tutte le scuole, sicuramente, attraverso il personale dedicato nelle varie funzioni, ha cercato in tutti i modi di operare nel modo più corretto ed efficiente per portare avanti l’apprendimento che prepara e forma l’avvenire in un periodo non facile da gestire.
Il nostro giornale si è sempre occupato di informazioni scolastiche e nell’interesse più specifico adesso che si tende a realizzare un bilancio conclusivo di quelli che sono stati i cambiamenti scaturiti dalla pandemia e che sta interessando l’intero pianeta.
La prima Dirigente Scolastica che ha offerto il contributo all’informazione parlando del Suo Istituto è la Dott.ssa Cristina Cascio che da anni dirige l’Omnicomprensivo di Catania “Angelo Musco”, unico Liceo Coreutico presente nella provincia di Catania.
L’intervista alla Dirigente
Come si è svolto quest’anno scolastico?
“Non è stato facile riprendere le fila, ma con tutti i mezzi leciti abbiamo cercato di mantenere le competenze. La nostra è una scuola ‘superiore’ che per sviluppare l’apprendimento ha bisogno della presenza, in quanto i ragazzi che devono imparare gli strumenti musicali hanno bisogno dei laboratori. La musica d’insieme si deve fare insieme. L’alunno che fa danza ha bisogno della sala danza. Anche le licenze dei video software di proprietà della scuola sono presenti nei nostri laboratori e non sono certo attività da sviluppare in remoto. A casa i ragazzi non dispongono certamente di questa ricchezza di strumentazioni che la scuola può loro offrire. Da parte nostra, spingere i ragazzi alla presenza, ha avuto un consenso favorevole anche nelle famiglie. Per quanto riguarda la didattica invece si sono verificati dei blocchi disposti dalla quarantena, causa accertamenti Covid, per adempiere agli obblighi sanitari”.
È stato realizzato tutto il programmato?
“In linea di massima siamo riusciti a portare avanti il curriculum con molta fatica, perché la didattica a distanza non è da ritenersi un metodo di istruzione fluido. Lavorare a distanza o in modalità mista certamente non aiuta molto l’apprendimento, perché manca quella relazione diretta nonostante i genitori e gli insegnanti fanno da collante, vi è sempre uno scollamento tra la scuola, la casa e le esigenze personali e tanta, ma tanta demotivazione che subentra nei ragazzi. Abbiamo molto lavorato anche sugli aspetti psicologici dell’adulto, docenti e personale ATA nella misura di circa il 10% del nostro organico, per esempio, emotivamente spaventati e traumatizzati, in quanto ognuno vive le proprie situazioni in modo molto personale”.
Si sono svolte iniziative particolari quest’anno?
“Certamente. Nonostante tutto abbiamo partecipato ad alcuni progetti. Sia in D.A.D. che in presenza, questi ultimi fortemente voluti per offrire ai ragazzi una motivazione valida per affrontare con coraggio queste iniziative evitando che si demoralizzassero. Abbiamo partecipato al ‘Canta Dante’. Abbiamo realizzato anche delle nostre elaborazioni video che abbiamo postato sul sito istituzionale. Stiamo partecipando anche a un monitor 4.40 che riguarda proprio gli aspetti del quartiere e dove i ragazzi stanno andando in giro, con le dovute sicurezze, a realizzare le interviste. Non abbiamo tralasciato neanche tutte le varie iniziative che arrivavano dal Ministero e dagli Assessorati che potevano coinvolgere e interessare direttamente i bambini. Per le scuole medie abbiamo partecipato e anche vinto al progetto della decorazione dei murales che stiamo allestendo in Piazza Alcalà. Prevediamo di realizzare anche una manifestazione di fine anno con un concerto che abbraccia tutti gli indirizzi del nostro istituto coinvolgendo anche la didattica come forma ben augurante per l’anno prossimo, salutare i diplomati e soprattutto una fascia di docenti che andranno in pensione, ma il tutto con la sicurezza sanitaria che la Legge prevede“.
La dispersione scolastica?
“Non c’è stata una grossa percentuale di dispersione nonostante la didattica a distanza comporta un minore aggancio, ma, per quei pochi, nonostante tutto, strategicamente siamo dovuti intervenire. Su 1.200 studenti la dispersione ha interessato solo meno di una decina di elementi. Ma più che altro si trattava di una dispersione indotta, cioè la paura della famiglia a far frequentare i figli e questo ha comportato delle assenze sulle quali siamo dovuti intervenire nelle specifico”.
Newsicilia ringrazia la Dott.ssa Cascio per averci illustrato il quadro completo di una scuola che cambia.
L’intervista video alla Dirigente