CATANIA – Nel fitto programma di educazione alla cittadinanza attiva dell’Istituto “Gemmellaro” di Catania non poteva mancare una riflessione su giovani e nuove tecnologie. L’occasione è stata la Giornata Internazionale per la sicurezza in rete, celebrata in tutto il mondo l’8 febbraio 2022. Coinvolgendo ancora una volta Amnesty International, quest’anno ospite privilegiata della storica scuola catanese, il Dipartimento di Educazione Civica e la Dirigenza dell’Istituto hanno organizzato un incontro con gli studenti delle classi quarte su una problematica strettamente collegata alla rete ed all’utilizzo spesso incontrollato del Web – I discorsi di odio on line – l’HATE SPEECH ON LINE, rivolti principalmente a determinati gruppi sociali.
I relatori di Amnesty – Giusi Squillaci, Giorgia Perna, Vincenza Venezia, Alessandra Lacagnina ed Alessia Ballato – hanno subito sottolineato che il sostegno all’odio (anche online) costituisce una grave violazione dei Diritti Umani, motivo per cui la più grande organizzazione internazionale di tutela dei diritti fondamentali dell’uomo è in prima linea nelle azioni di contrasto all’Hate Speech.
Dopo aver dato la definizione di Hate Speech, il fenomeno è stato analizzato attraverso la cosiddetta “Piramide dell’odio”, un processo che, partendo da stereotipi, rappresentazioni false e fuorvianti, passa attraverso la normalizzazione di un linguaggio ostile, la discriminazione e, portato all’estremo, al linguaggio ed ai crimini di odio. Le modalità comunicative del web amplificano enormemente gli effetti negativi, danneggiando le categorie sociali più vulnerabili (minoranze religiose, immigrati extracomunitari, donne, persone LGBT, ect).
Durante l’incontro è emerso come l’intolleranza, il nazionalismo esasperato e gli interessi politici siano spesso alla base della spirale che conduce all’odio e, conseguentemente, alla discriminazione di alcune categorie sociali. Fondamentale è il ruolo dello Stato, chiamato a garantire il pluralismo delle idee e la libertà di pensiero unitamente alla tutela dei gruppi vulnerabili. Ma le Istituzioni, per raggiungere l’obiettivo, hanno bisogno dell’impegno costante e continuo dei cittadini; su questo aspetto Amnesty si è molto soffermata proprio a ribadire che ciascuno di noi può e deve fare la propria parte.
Incisive le parole del portavoce nazionale di Amnesty – Riccardo Noury – che gli studenti hanno ascoltato in un video: “La libertà di espressione non è illimitata ed infinita”. Soprattutto se rivolta ad offendere, danneggiare e discriminare qualcuno. Tante le iniziative e gli strumenti dell’Associazione finalizzati al contrasto all’Hate Speech online, primo tra tutti il cosiddetto Barometro dell’odio (uno strumento di indagine che misura la diffusione dell’odio in rete), il Tavolo per il contrasto ai discorsi d’odio; la contro-narrazione, la Task Force Hate Speech; l“HateSick”, il videogioco rivolto ai più giovani, tutti raccontati agli studenti in modo semplice ma incisivo.
L’incontro ha fornito numerosi stimoli di riflessione ai ragazzi. La domanda dominante è stata: “Cosa posso fare io? Come posso aiutare?”. Le attiviste di Amnesty International hanno subito risposto motivando gli studenti ed incoraggiandoli ad agire in prima persona per contrastare un fenomeno preoccupante e pericoloso, ribadendo che ciascuno di noi può contribuire a fermare il linguaggio di odio diffuso in rete.
Alessia Ballato – responsabile dell’Attivismo Giovanile – li ha anche invitati a partecipare alle loro attività. Un invito, questo, su cui qualche studente sta già riflettendo e… chissà, magari tra qualche tempo, sentiremo parlare dei giovani attivisti per i Diritti Umani del “Gemmellaro”.