Settantottesima giornata dello studente: a Catania in 80, pochi ma buoni?

Settantottesima giornata dello studente: a Catania in 80, pochi ma buoni?

CATANIA – Ieri era venerdì 17, per i più superstiziosi non una bella data.

Ieri era venerdì 17 e per gli studenti, superstiziosi o meno, è uno dei giorni più importanti dell’anno.

Infatti, dal lontano 1941 il 17 novembre è la giornata internazionale dello studente. La data non è casuale, infatti, esattamente 78 anni fa in Cecoslovacchia 1200 studenti, durante un corteo funebre (trasformato in un corteo vero e proprio) per un loro compagno ucciso durante una manifestazione, furono arrestati e deportati in campi di concentramento.

Fra studenti e professori furono subito giustiziati, manco a dirlo senza processo, in 9. Tutto ciò fu messo in atto dal regime nazista.

E così veniamo a noi, ed ecco spiegato perché ogni 17 novembre in tutte le piazze del mondo ci sono manifestazioni.

A Milano erano in 500, e hanno simbolicamente bruciato delle carte delle poste italiane e imbrattato l’ingresso del negozio di Zara. Perché? Perché entrambe rientrano nella scuola lavoro.

Anche Catania ha fatto sentire la sua voce, forse un po’ meno numerosa: occhio e croce erano un’ottantina, principalmente membri di collettivi liceali (Boggio Lera e Spedalieri su tutti, più qualche componente del Galileo Galilei) con l’aggiunta di Bcs, associazione Trinacria e qualche universitario.

I motivi della protesta, iniziata a piazza Roma, erano diritti allo studio, Jobs Act e Buona Scuola con particolare attenzione, come si intuisce facilmente da quanto accaduto a Milano, all’alternanza scuola lavoro.

Certo che 80 son pochini, ma pur sempre un numero. Il problema forse però non è tanto il quantitativo effettivo dei manifestanti; ammesso e non concesso che sia necessario protestare, nessuno dice che il corteo è la scelta più adatta. Il dato inquietante è un altro: in quanti realmente sapevano della giornata di ieri?

Settantotto anni fa 1200 furono solo agli arrestati, non osiamo immaginare i partecipanti. Ma chissà, magari anche loro partirono in 80.

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