CATANIA – La talassemia è una malattia del sangue, di natura ereditaria, causata da un difetto genetico che provoca la distruzione dei globuli rossi e una minore presenza di emoglobina, proteina responsabile dell’ossigenazione di tessuti, organi e muscoli.
Il nome deriva dal greco “thàlassa” (mare) e “haîma” (sangue) ed è legato all’ampia diffusione di questa patologia nell’area del bacino del Mediterraneo. Ne esistono diverse forme con condizione di gravità variabili. Nel nostro paese la più comune (circa 7mila pazienti) è la beta talassemia e la Sicilia, con i suoi circa 2.500 pazienti, è tra le regioni più colpite.
Al momento l’unica terapia risolutiva è il trapianto di midollo osseo o di cellule staminali, ma la limitata disponibilità di donatori compatibili fa sì che, ancora oggi, i pazienti affetti dalle forme più gravi debbano sottoporsi a frequenti trasfusioni di sangue. Nella speranza che la ricerca possa trovare nuove soluzioni (la terapia genica è fra le strade più promettenti), la prevenzione, oltre che la conoscenza, della malattia rappresenta lo strumento più efficace per limitarne la diffusione.
Consapevole, come dichiarato dalla Dirigente scolastica, dott.ssa Gisella Barbagallo, del ruolo dell’istituzione scolastica quale “luogo privilegiato dove imparare a stare bene”, nei giorni scorsi, la Scuola Media “Quirino Maiorana” di Catania ha accolto con favore la proposta di un incontro tra gli alunni delle classi terze e l’associazione Talassemia Ospedale Garibaldi (ATOG) che, da almeno due decenni, porta avanti nella nostra provincia un programma di prevenzione della talassemia lavorando sullo sviluppo delle conoscenze in materia dei ragazzi delle scuole secondarie di primo grado.
Durante l’incontro con la biologa dell’associazione, dott.ssa Rosetta Abbate, l’attenzione manifestata per il tema dai ragazzi, coordinati dalla docente referente per la salute, prof.ssa Giulia Condorelli, è stata notevole ed ampiamente ripagata.
Coniugando competenza a semplicità di linguaggio sono state offerte chiare spiegazioni sulle cause, sui sintomi e sulle possibili terapie, ma l’interesse maggiore è stato concentrato sul concetto di portatore sano, una condizione che, nella maggior parte dei casi, non produce sintomi evidenti (cosiddetta talassemia minor) né si evolve in forme gravi della malattia. Il problema, e questo è stato ben illustrato ai ragazzi, risiede piuttosto nella trasmissibilità della patologia ai figli.
L’unione con un partner che è a sua volta portatore sano di beta talassemia, infatti, si risolve nella possibilità di dare alla luce un figlio che, nel 25% dei casi, sarà affetto da talassemia major, nel 50% sarà portatore sano, e nel restante 25% dei casi non erediterà alcun gene difettoso. La casistica, ovviamente, è nella realtà più articolata, ma considerato che le statistiche stimano in 3 milioni di individui i portatori sani presenti in Italia (con una maggiore concentrazione ancora una volta nel Meridione), ciò che essenzialmente appare chiaro è l’importanza di conoscere, sin da giovani, la propria condizione.
Gli esami ematologici, cosiddetti di primo livello, sono decisamente semplici, ma permettono di avere eventualmente consapevolezza di uno status che potrebbe condizionare il resto della vita dell’individuo. Per questo motivo l’ATOG, al termine dell’incontro, ha offerto alle alunne delle classi terze la possibilità di usufruire, in maniera totalmente gratuita, di uno screening talassemie ed emoglobinopatie da effettuarsi tramite un semplice prelievo all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico “Rodolico – San Marco” di Catania.
Un modo semplice, ma decisamente utile e concreto, di dare corpo al concetto di promozione della salute intesa, come definito dai Ministeri della Salute e dell’Istruzione, in termini di “processo sociale e politico globale che non comprende solo azioni volte a rafforzare le abilità e le capacità dei singoli individui, ma include anche percorsi finalizzati a modificare le condizioni sociali, ambientali ed economiche, in modo da attenuare il loro impatto sulla salute del singolo e della collettività”.