CATANIA – “Lo Spedalieri dev’essere un’oasi di legalità in un deserto di illegalità“. Per chi ha confidenza con l’insolito passatempo filosofico che è l’abitudine di ascoltare, pare che le parole del mitico preside Cuccia risuonino ancora per i corridoi del prestigioso liceo classico catanese. È questa la radice ultima del progetto “Scuola di legalità”, organizzato dal prof. Guglielmo La Cognata (un ex allievo), con la collaborazione decisiva della dott.ssa Torrisi (in rappresentanza di Libera Catania), della prof.ssa Spina, del prof. Augusta, della prof.ssa Florio, della prof.ssa Reganati.
L’intento di fondo è costruire la cassetta degli attrezzi concettuali del cittadino; la strada è quella di ripercorrere le tappe fondamentali della storia dell’antimafia, partendo dal dovere della memoria per incamminarsi verso il diritto al futuro. Ci sono mille punti di vista dai quali osservare la realtà ma ce n’è uno solo dal quale giungere al suo cuore: ascoltare gli eventi dalla voce di chi li ha vissuti.
Il primo incontro, dal tema “Il maxiprocesso, una svolta radicale decisiva”, ha visto protagonista il presidente Leonardo Guarnotta, membro “storico” del pool antimafia, guidato da Antonino Caponnetto, con Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello; il secondo incontro, dal tema “L’avamposto degli uomini perduti”, è stato tenuto dal dott. Sergio Cassarà, fratello di “Ninni” Cassarà, e dal dott. Dario Montana, fratello di Beppe Montana (entrambi dirigenti della Squadra Mobile di Palermo, stretti collaboratori di Giovanni Falcone, assassinati da Cosa Nostra, medaglia d’oro al valor civile); il terzo incontro, dal tema “10 novembre 1979: il ricordo della strage di San Gregorio”, ha avuto come ospite il dott. Rosario Marrara, figlio di Domenico Marrara (appuntato dei carabinieri insignito della medaglia d’oro al valor civile).
Certe persone sembrano fatte apposta per incontrare i ragazzi. Alcuni si sono affidati a una puntigliosa ricchezza di analisi; altri si sono abbandonati alla piena del cuore; tutti hanno rivelato una straordinaria capacità di risvegliare la parte migliore di noi, incarnando valori e cause che valgono più del nostro io. Inoltre, al fine di indurre a riflettere, ad approfondire e a rielaborare i nodi tematici proposti, è prevista la realizzazione di un “prodotto finale”, ad es. spot, cortometraggi, canzoni, fumetti, poesie, interviste, ecc.
La profondità delle domande e l’originalità delle idee creative presentate consentono ai ragazzi coinvolti (5 classi, 121 studenti, tramite piattaforma “Google Suite”, applicazione MEET), di smentire e smontare gli stereotipi che parlano di pensieri flaccidi e di “generazione degli sprecati”. Gli alunni dello Spedalieri si danno da fare come formiche operaie, accesi, pieni di curiosità e di voglia di capire. Il punto di approdo dell’itinerario formativo è costituito dalla partecipazione alla XXVI edizione della Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno del 21 marzo (quest’anno si è svolta lunedì 22/3) organizzata da Libera.
In apertura il prof. Guglielmo La Cognata ha affermato che le vittime innocenti delle mafie sono ben 1.031, come se fosse sparito un intero liceo. Immaginiamoci come sarebbe l’Italia se Falcone, Borsellino, Fava e tutti gli altri fossero ancora vivi.
Successivamente ha preso la parola il Prefetto Librizzi, che ha voluto ricordare una figura emblematica, quella di Graziella Campagna. Una ragazza ancora adolescente assassinata perché, lavorando in una lavanderia, aveva trovato un biglietto compromettente nei vestiti di un cliente. È una brutta storia, perché fa capire che nessuno è al sicuro.
Dopo di che è intervenuto il Dirigente Scolastico Vincenza Ciraldo che ha messo l’accento sull’importanza della legalità nelle piccole cose, come palestra per costruire una forma mentis convinta e coerente. A questo punto la Preside ha iniziato la lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie, seguita dai docenti e dagli studenti, intervallata dai lavori degli allievi e da canzoni sul tema. Si è trattato di un momento intenso e toccante, nella consapevolezza che dietro ogni nome si cela un volto, un vissuto, una storia, un sogno spezzato.
La riflessione conclusiva è affidata al dott. Dario Montana, in rappresentanza di Libera, il quale ha messo in evidenza il senso profondo dello slogan scelto quest’anno, A ricordare e a riveder le stelle. A quale condizione è possibile riveder le stelle, uscire dal tunnel, fuggire dalla caverna platonica? A condizione di ricordare, di fare memoria, di portare nel cuore. Forse l’Italia non è quello che sembra. È come se una voce fosse uscita dal buio e avesse raccontato ciò che avevamo dimenticato.
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