Progetti orientamento universitario, gli studenti: “Farli al quinto anno è troppo tardi”

Progetti orientamento universitario, gli studenti: “Farli al quinto anno è troppo tardi”

CATANIA – È quasi passato un mese dall’inizio dell’anno scolastico e gli studenti di quinto anno, i maturandi 2020, devono cominciare a riflettere sulle prospettive future a termine del percorso scolastico superiore.

Dubbi, perplessità e senso di smarrimento sono le emozioni provate dai liceali che si trovano a scegliere tra centinaia di percorsi di laurea che passano dall’ambito scientifico, umanistico, sanitario, giuridico e così via. Molte volte, anche gli studenti convinti delle proprie scelte, cominciano a dubitare e chiedersi se fare una facoltà invece di un’altra.

In aiuto per i maturandi, allora, arriva l’orientamento universitario e i saloni delle università. Questi ultimi servono a entrare in contatto con la realtà accademica, confrontare i percorsi e i progetti e chiarire dubbi e perplessità degli studenti.

Il problema dei saloni dell’orientamento e gli open day universitari, come lamenta il 70% degli studenti intervistati ai nostri microfoni, è che venga fatto nel secondo quadrimestre del 5° anno, quando già i ragazzi dovrebbero avere le idee chiare.

Giovanni, un maturando 2020, ci racconta che: “I saloni universitari, almeno attenendoci agli anni precedenti, a Catania vengono fatti ad aprile, quando in alcuni casi i test per determinate facoltà vanno fatti a marzo. Il rischio è che noi studenti ci ritroviamo più confusi che persuasi e rischiamo di scegliere solo tra le facoltà note, non considerando ulteriori prospettive“.

Riguardo ai saloni dell’orientamento, Miriam ci spiega: “Durante gli orientamenti con le differenti università ho avuto modo di vedere che i differenti dipartimenti e atenei, quando ci si avvicina al banchetto informazioni, ti liquidano con un volantino senza spiegarti e dare chiarimenti riguardo ai percorsi di laurea e alle prospettive post lauream. Sono apprezzabili i tentativi dei PLS (progetti lauree scientifiche) degli atenei nei quali è possibile frequentare delle mini lezioni universitarie, ma è limitato solo alle materie scientifiche e non basta per indirizzare un adolescente“.

Effettivamente, la Sicilia e l’Italia in generale, investe poco sull’orientamento post diploma se non durante gli ultimi 2 anni o, in molti casi, durante il quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado. Rispetto agli altri paesi europei e non europei ci troviamo in fondo alle classifiche per supporto agli studenti nella ricerca del corretto e adeguato percorso universitario.

Per esempio, nei paesi anglosassoni, Regno Unito e Stati Uniti, l’orientamento inizia sin dai primi anni delle scuole superiori e grazie al supporto dei counselor i ragazzi vengono indirizzati alle varie università e, soprattutto, supportati durante il percorso di ammissione ai differenti atenei. Inoltre, ogni semestre vengono organizzati saloni dell’orientamento nelle scuole.

In Francia, invece, i ragazzi cominciano a confrontarsi con le varie realtà universitaria dalla 2a classe superiore sino alla terminale (consistenti al nostro triennio superiore). Le scuole, poi, prevedendo un centro di ascolto per gli studenti.

La ricerca del percorso universitario, che caratterizzerà la vita di uno studente, non deve esser preso troppo alla leggera e forse le istituzioni dovrebbero cominciare a investire maggiormente su essa.

Fonte immagine Universando