CATANIA – Concluso un altro modulo PON FSE, progetto “#Scuola…piacere di apprendere”, intitolato “Orienteering: movimento e orientamento”. La parola Orienteering significa orientamento, ossia “trovare la posizione”. Deriva dal latino oriens ossia Est, che è il punto cardinale in cui sorge il sole.
L’Orienteering è uno sport nato in Norvegia a fine Ottocento, molto seguito in tutta la Scandinavia. Esso comporta l’uso di una mappa topografica – con scala ben dettagliata del territorio – e una bussola. Lo sport consiste nel trovare un certo numero di obiettivi elencati nella mappa e chiamati “lanterne” (paletti con drappo arancio-bianco, caratterizzati da numeri che ne indicano l’ordine di percorrenza). Quando il corridore giunge agli obiettivi intermedi, trova i controllori di gara che verificano che tutti i punti di blocco siano stati visitati nell’ordine previsto. Per marcare il loro cartellino di gara viene usata una punzonatrice dove si registrano i dati di passaggio per poi essere riletti all’arrivo.
Obiettivi dell’Orienteering sono: la scelta del percorso più breve e la capacità di individuare le zone di un territorio. Vince il concorrente (o la squadra a staffetta), che arriva per primo a toccare tutti i punti dell’intero percorso nella sequenza richiesta. Ci sono diversi tipi di Orienteering che differiscono principalmente per il modo in cui il praticante si sposta – per esempio, a piedi, con gli sci, in auto, in bicicletta, in canoa, a cavallo; per la progettazione della pista, che può essere in un bosco, in città, in un parco; per la lunghezza del percorso e per il momento della giornata in cui ha luogo la gara, di giorno o di notte.
L’Orienteering è uno sport divertente caratterizzato da molteplici componenti educative:
- utilizzare il territorio come aula e palestra verde;
- programmare, organizzare e realizzare attività didattiche e motorie in ambiente naturale;
- realizzare palestre verdi al fine di incentivare il turismo scolastico nelle aree protette e nei parchi e concretizzare occasioni di socializzazione e prevenzione del disagio giovanile;
- stimolare un rinnovato rapporto uomo-natura-territorio;
- creare una nuova cultura per mettere al centro di tutte le attività educative la vita e di rispetto per la natura.
Questa proposta didattica di grande successo tra le studentesse e gli studenti partecipanti ha inteso favorire, attraverso le pratiche motorie e sportive: il miglioramento del livello di socializzazione, la riduzione dello stress e dell’ansia, la percezione dell’altro, in questo preciso momento così complicato per tutti e tutte.
Le competenze chiave e di cittadinanza che con questo progetto si intendevano sviluppare e migliorare sono:
- imparare a imparare;
- collaborare e partecipare;
- agire in modo autonomo e responsabile;
- migliorare la competenza del Problem solving;
- individuare collegamenti e relazioni;
- acquisire ed interpretare l’informazione;
- migliorare/potenziare Competenze sociali e civiche;
- acquisire/potenziare lo Spirito di iniziativa e il decision making.
Le Attività svolte durante questo modulo PON FSE sono stati sia degli incontri pomeridiani nei cortili scolastici per la descrizione precisa di questo sport ad alunne ed alunni e per saper utilizzare gli strumenti fondamentali di questo sport (mappa e bussola), sia incontri alcuni sabato mattina in alcuni paesi etnei (Trecastagni, Pedara e Nicolosi).
Gli incontri sono stati, inoltre, finalizzati ad una promozione pratica di questo sport in forma individuale ed autonoma, e propedeutici ad una prima gara svolta alla Villa Bellini di Catania con la partecipazione di una cinquantina di alunni a cui si spera seguiranno altre gare che si svolgeranno nella Sicilia Orientale nella seconda parte di quest’anno scolastico.
Gli studenti e le studentesse sono tutti rimasti entusiasti dell’esperienza fatta fino ad ora: lo scoprire nuovamente il territorio che ci circonda, il verde e gli spazi aperti, l’autonomia nello svolgere le pratiche e le gare e la competizione sana e sportiva che si viene a creare, il recupero della socialità in questa fase pandemica, sono tutti elementi che fanno letteralmente amare questo sport, soprattutto da ragazzi e ragazze che al giorno d’oggi sono sempre più costretti a trascorrere molto tempo a casa.
Così il Prof. Fausto Finocchiaro, esperto, insieme alla tutor R. Chillemi della “Falcone” di San Giovanni La Punta: “Nella nostra scuola, attenta alla promozione di stili di vita sani e dello sport in generale, si è cercato di favorire la conoscenza e l’incremento di questo sport da 6 anni, grazie alla Dirigente Scolastica C. Matassa e Prof.ssa di Scienze Motorie G. Zappalà che per prima lo ha proposto, che mi hanno fatto scoprire questo bellissimo sport e di cui, da sportivo amante soprattutto di attività all’aperto, non potevo di certo non innamorarmi”.
“Nonostante le attività si siano svolte il sabato, abbiamo riscontrato molto entusiasmo nella partecipazione e la frequenza assidua da parte di tutte e tutti – afferma la Dirigente Scolastica prof.ssa Concetta Matassa – un segnale importante del bisogno di recuperare la socialità perduta nell’attuale emergenza pandemica. L’idea di svolgere le attività nelle città pedemontane ha permesso di trascorrere ore all’aperto e di scoprire luoghi del territorio bellissimi e poco noti”.
Le immagini video