Notte del Liceo Classico “Nicola Spedalieri” di Catania tra turbamento e commozione – FOTO

Notte del Liceo Classico “Nicola Spedalieri” di Catania tra turbamento e commozione – FOTO

CATANIA – Turbamento e commozione sono i sentimenti provati al momento conclusivo della Notte del Liceo Classico “Nicola Spedalieri” di Catania.

In un Auditorium gremito, dieci corpi di adolescenti con movimenti coreografici ideati soprattutto da Martina ma, in realtà da tutto il gruppo delle danzatrici da Alessandra, Agnese, Chiara, Elena, Ester, Maria Chiara, Miriam, Ludovica, Rachele, Valeria, esprimevano la sofferenza d’amore che due voci, quella di Manuela in greco, quella di Rebecca in italiano, facevano giungere fino a noi dal lontano III secolo a.C.

I suoni desueti del greco antico, grazie alla intensa partecipazione emotiva con cui venivano pronunziati, erano quasi compresi da tutti gli astanti, facilitati anche dai gesti delle ragazze sul palcoscenico che, ora si protendevano disperatamente al cielo quando c’era l’invocazione “Astri cari e tu, notte veneranda, complice del mio amore, da lui scortami ancora”, ora puntavano tutte insieme un braccio ed un dito accusatore quando una voce accorata recitava “Lui! Di volubilità il maestro”.

Quelli ben noti dell’italiano incalzavano con ancora più veemenza: “Mi sento impazzire: di ardore sono preda e, derelitta, divampa in me il desiderio” ed una dopo l’altra la testa di ogni fanciulla, stretta fra due mani disperate, oscillava coi lunghi capelli. Le parole del Lamento dell’esclusa vibravano dentro tutti. Chi non ha conosciuto pene d’amore? Erano tutti collegati, connessi. Un incontro di corpi e di anime. Non poteva chiudersi meglio la Notte allo Spedalieri.

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