No alla violenza sulle donne, assemblea degli studenti del “Marchesi” di Mascalucia

No alla violenza sulle donne, assemblea degli studenti del “Marchesi” di Mascalucia

MASCALUCIA –Il Marchesi dice no – voci contro l’ignoranza”, è il tema dell’assemblea studentesca con la quale nell’Istituto Superiore “Concetto Marchesi” di Mascalucia – lunedì 25 novembre – si è celebrata la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

L’iniziativa organizzata dai rappresentanti d’istituto degli studenti Federico Cardillo, Carlotta Di Maria, Claudio Guardone, Alessandro Marletta, dal Direttivo del Comitato studentesco con il supporto dei docenti Alessia Curto, Maria Rosa Doria, Franco Sorbello, Laura Petralia, si è prefissa lo scopo di sensibilizzare studentesse e studenti sulla violenza di genere e sugli strumenti per riconoscerla e contrastarla.

Molteplici sono state le attività proposte per affrontare il delicato e complesso argomento in collaborazione con varie associazioni no profit del territorio: Amnesty International, Croce Rossa Italiana del Comitato di Mascalucia (CRIMAS) Prendiamoci Cura, “Non una di meno” e il consultorio autogestito “Mi Cuerpo es mio”.

Protagonisti indiscussi gli studenti dei tre indirizzi – liceo classico, liceo scientifico, istituto tecnico tecnologico chimico – che hanno usufruito di molteplici opportunità per conoscere, informarsi e confrontarsi su un problema che è fuorviante definire emergenza.

Nelle varie aule adibite a sala con proiezioni video sul tema, a infopoint, a punto incontro/dibattito, gli studenti – dai più giovani del primo biennio ai più grandi del secondo biennio e quinto anno – hanno potuto ascoltare esperti, scambiare opinioni e persino esprimere attraverso un biglietto in forma anonima opinioni o un vissuto, poi usato come topic della conferenza tenutasi con esponenti delle associazioni.

Sono 51mila le donne uccise nel mondo nel 2023, una ogni dieci minuti. In Italia una donna ogni tre giorni. In undici mesi nel 2024 si sfiora quota 100 vittime. I dati statistici sono impietosi e restituiscono uno scenario che – dagli atti persecutori alle violenze sessuali, nel passato come nel presente – nega i diritti fondamentali della persona. La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, nota anche come Convenzione di Istanbul, è il primo strumento giuridicamente vincolante ad aver riconosciuto la violenza di genere come una violazione dei diritti umani”, ha sottolineato ieri il Presidente della Repubblica Mattarella, ricordando che “l’Italia ha ratificato la Convenzione nel 2013, dotandosi di strumenti di tutela per garantire una piena protezione alle vittime di violenza di genere“.

Quanto fatto finora non è, tuttavia, sufficiente a salvaguardare le donne, anche giovanissime, che continuano a vedere i loro diritti violati. E se linguaggio e narrazione politica o giornalistica scatenano polemiche, il dato bruto su patriarcato o dominio maschile – comunque lo si voglia chiamare – ci dice che nel terzo millennio la violenza si consuma per lo più fra le mura domestiche e comunque per mano del partner o ex partner.

Il messaggio della giornata di ieri è che contro un fenomeno strutturale e tutt’altro che in calo come la violenza di genere ci sono da sempre in prima fila forze dell’ordine, associazioni e istituzioni scolastiche per informare, sensibilizzare, educare. Prevenzione per una vera e propria “rivoluzione culturale” e denuncia sono gli strumenti fondamentali per smettere di ‘contare’ le donne uccise.

Fondamentale si rivela l’attenzione ai cosiddetti reati ‘sentinella’, cioè a quei comportamenti maltrattanti che sono predittivi di violenza. E se il silenzio uccide, denunciare può salvare la vita grazie al Codice Rosa e all’intervento sinergico sancito dal ‘Codice rosso’, che costituiscono un patto solidale tra forze dell’ordine, organismi preposti, servizi sociali e agenzie educative.

Il messaggio di giornate come quella vissuta dai giovani dell’istituto etneo guidato da Lucia Maria Sciuto non si esaurisce il 25 di novembre, ma si rinnova ogni giorno e richiede azioni concrete come vuole l’Onu, che lancia la campagna #NoExcuse (nessuna scusa) per chiedere ai governanti di agire. “#lionssicilia# riesi#NoExcuse. UNITE to End Violence against Women”.

Articolo redatto in collaborazione con Mimma Furneri