“Nella mia fragilità mi hai dato la forza di vincere”, l’Istituto Carlo Gemmellaro di Catania incontra la testimonianza della giovane martire patrona di Catania

“Nella mia fragilità mi hai dato la forza di vincere”, l’Istituto Carlo Gemmellaro di Catania incontra la testimonianza della giovane martire patrona di Catania

CATANIA – Quest’anno l’Istituto Carlo Gemmellaro di Catania, in prossimità della Solennità di Sant’Agata, ha proposto agli alunni delle quinte classi un percorso storico-culturale sui luoghi del martirio della giovane martire catanese.

Accompagnati dalle prof.sse De Martino, Privitera, Cacopardo, Niceforo, Consoli Mar, Lauretta, le classi sono partite dalla chiesa di Sant’Agata La Vetere, prima cattedrale di Catania, dove hanno apprezzato in particolar modo il primitivo sepolcro di Sant’Agata, posto sotto l’altare maggiore. In esso si crede che sia stato racchiuso il corpo di Sant’Agata fino al suo trasporto in Costantinopoli; e la cripta, anticamente usata dai cristiani per sfuggire alle persecuzioni.

Sono giunti poi nella chiesa di Sant’Agata al Carcere, che a partire dall’alto Medioevo è diventato un luogo centrale del culto di Sant’Agata, poiché secondo la tradizione qui è stata tenuta prigioniera. Tra le opere d’arte custodite all’interno della chiesa, la più preziosa è la pala d’altare che rappresenta Sant’Agata condotta al martirio. Sulla parete destra del presbiterio, accanto all’ingresso del carcere, una grata conserva le orme della Santa, che secondo la tradizione sono rimaste impresse nella pietra lavica mentre la giovane è stata ricondotta in carcere dopo il martirio. Negli Atti del Martirio di Sant’Agata il carcere ritorna diverse volte e sempre con un ruolo centrale nello svolgimento del racconto ed è anche il luogo dove la giovane è spirata il 5 febbraio 251.

In seguito i ragazzi si sono recati nella chiesa di San Biagio in Sant’Agata alla Fornace. Qui una lapide posta sotto l’altare cita: “Qui fu voltata tra i carboni ardenti“. La cappella destra del transetto è dedicata a Sant’Agata, dove è riprodotta in un affresco la scena del suo martirio, invece la cappella sinistra è dedicata al Crocifisso.

La quarta tappa si è svolta al Museo Diocesano di Catania, dove i ragazzi hanno ammirato la sala del fercolo e altri cimeli appartenenti alla Cattedrale del capoluogo etneo.

L’ultima fermata si è concretizzata in un momento di riflessione sugli Atti del Martirio in Cattedrale, in occasione della giornata dell’offerta a Sant’Agata delle Scuole Secondarie di Secondo Grado della città.

La preziosità della storia che fonda l’identità catanese e la fortezza della testimonianza di una giovane coetanea hanno lasciato nei ragazzi tanta gratitudine per questa mattinata incoraggiata dal Dirigente scolastico prof.ssa Concetta Valeria Aranzulla, consapevoli che, se nel loro cuore brucerà un fuoco che guiderà ogni loro progetto ed azione sarà “più facile rammollire la dura pietra lavica o rendere il ferro morbido come il piombo, che piegare l’animo”.