CATANIA – Partecipare a un concorso di poesia per me rappresenta sempre una sfida: dal momento in cui leggo il tema da sviluppare, inizio una ricerca criptica nei dettagli della realtà che mi circonda, interrogandomi su quale sia quella sfumatura di colore che possa rappresentare al meglio il significato del tema stesso.
La poesia mi porta a riflettere e a osservare il mondo attorno a me con uno sguardo diverso: inizio a interrogarmi sul perché del cinguettio degli uccelli al mattino, quando il sole appare inizialmente freddo e successivamente caldo, e poi mi chiedo a cosa possa essere associato ciò.
La poesia per me è un gioco complesso e articolato, la cui unica regola, nonché obiettivo, è esprimersi al meglio. Conseguire una menzione in un concorso tanto importante, quale quello di “Ilaria e Lucia”, è stata per me la realizzazione di questo obiettivo.
La stesura della poesia che ho scritto per il concorso non è stata immediata, ma mi ha permesso di capirmi e di capire meglio ciò che la mia mente elabora quando la penna lascia dei segni indelebili sulla carta. La poesia per me è lo specchio della mente di chi la compone: può essere lineare e ordinata, confusa e caotica, cupa o luminosa.
La poesia per me è il modo migliore per esprimere cento concetti nei versi e mille tra le righe. Inoltre, ritengo che il tema oggetto di quest’anno “Il coraggio: tra cuore e sogno” sia ciò che sta alla base del vivere, racchiude ciò che rende la vita vissuta e che la fa distinguere dal futile sopravvivere.
Questo tema mi ha necessariamente posto davanti una serie di interrogativi, che mi hanno permesso di comprendere quanto sia importante lasciarsi attraversare dal coraggio per realizzare i propri sogni, rallegrando il cuore.
Concludo affermando che la poesia per me è arte e ringrazio immensamente questo concorso per avermene dato l’ennesima dimostrazione.
Arriva come un raggio doloroso
che divampa nel vuoto, rendendolo
pieno, forte, vivo. Trepida il cuore nel
petto, vigoroso batte e trema. Il fiato che
annebbia il riflesso specchiato ora così
chiaro, ora così splendente, ora così
definito, genera timore. All’improvviso un
brillante chiarore appare, illumina,
colora, invoca.
I muscoli vibrano, i denti
stridono, la bocca parla, canta,
pianifica.
Adesso i sogni si palesano e
niente può più spegnerli o mutilarli.
Sono come quei fasci colorati nell’azzurro,
che infondono speranza ai petali bagnati e
appesantiti dalle gocce. Finalmente si ode
limpido il suono della spada che vibra
pronta
a trasudare, pur di essere
riposta vincitrice.
Il coraggio avvampa, irradia e ravviva
come un cavallo che corre contro il
vento sulla sabbia verso il mare rosso.
Sacrificio e voglia sono animati
da felicità, che gioia e sazio
genera. E finché il sole sorge pieno
e caldo, c’è speranza.
A cura di Desirèe Fagone, Classe IVC
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