CATANIA – Oggi gli studenti del Gruppo Legalità dell’Istituto Carlo Gemmellaro di Catania hanno partecipato al Percorso Cittadino della Memoria con LIBERA, associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
La giornata fa parte del Percorso di Educazione alla Legalità della scuola, progetto curato delle professoresse Chiara Sciuto e Santa Nicotra e supervisionato dalla Dirigente Scolastica, Prof.ssa Fiorella Baldo.
La passeggiata, guidata da Marco Caponnetto e Nadia Lo Votrico, volontari del Presidio Universitario di LIBERA, ha voluto ripercorrere un pezzo di storia di legalità catanese, dal Murales Piazza Lanza a via Giuseppe Fava.
I due giovani universitari hanno parlato di memoria ma anche e soprattutto di impegno, cercando di trasmettere agli studenti il senso di una legalità concreta e non di rappresentanza, e il valore di una giustizia che è tutt’altro che vendetta. A conferma di quest’ultimo aspetto gli studenti hanno potuto ammirare l’albero di ceramica situato proprio davanti la casa di reclusione di piazza Lanza, simbolo del valore della riconciliazione.
Nel punto di arrivo della passeggiata, in via Giuseppe Fava, il gruppo ha trovato Francesca Andreozzi, nipote del giornalista catanese barbaramente ucciso il 5 gennaio 1984. Per dei ragazzi di 17/18 anni può essere difficile interessarsi a un omicidio avvenuto 40 anni fa. Tuttavia così non è stato perché il breve racconto di Francesca li ha coinvolti proprio sul tema del rapporto stretto esistente tra memoria ed impegno: ricordare e rendere omaggio è importante, ma diventa un esercizio sterile se non trasformiamo la nostra carica emotiva per migliorare il presente.
La nipote di Giuseppe Fava, così come i due volontari del Presidio Universitario, hanno sottolineato che le denunce di quarant’anni fa sono di un’attualità preoccupante. I rapporti tra mafia, imprenditoria e politica, e la censura sulla libertà di parola sono presenti anche oggi ed il futuro del nostro territorio dipenda anche da come tutti noi vediamo queste realtà.
La mattinata si è conclusa con l’invito di Francesca, Marco e Nadia agli studenti ad informarsi, a non delegare agli altri l’esercizio dei propri diritti.