Maturità 2025: i commenti degli studenti catanesi dopo la prima prova – VIDEO INTERVISTE

Maturità 2025: i commenti degli studenti catanesi dopo la prima prova – VIDEO INTERVISTE

CATANIA – Le saracinesche dei bar e negozi si alzano pigre in città, il cielo è terso come se volesse benedire questa giornata, e davanti ai cancelli delle scuole c’è un’umanità sospesa, impastata di sogni, paure e speranze.

È il giorno della prima prova di maturità, il primo vero scoglio, il primo passo verso qualcosa che nessuno sa spiegare, ma tutti sentono: la vita che cambia.

Il vociare incerto in cortile, i fogli piegati in quattro nelle tasche, le penne pronte a graffiare la carta e il cuore che batte forte come se stesse per cominciare qualcosa di più grande della scuola.

La maturità, quella vera, quella scritta, quella che – volenti o nolenti – resterà nella memoria di migliaia di studenti come il primo vero rito di passaggio verso l’età adulta.

Al via la Maturità 2025, prima prova

Alle 8 in punto, a Catania, come in ogni angolo d’Italia, è suonata la campanella più pesante dell’anno. Quella che non chiama alla solita lezione, ma a un appuntamento con sé stessi.

C’è chi è uscito per primo, chi ha atteso fino all’ultimo minuto, chi ha pianto in bagno e chi ha riso nervosamente appena fuori dal portone. Ma tutti, indistintamente, avevano negli occhi quella luce rara di chi ha appena fatto qualcosa che non dimenticherà mai.

Nelle tracce c’erano diversi spunti su attualità, letteratura, storia e futuro. Ma in realtà, ogni tema, ogni parola, è stata solo una scusa per raccontare sé stessi. E lo hanno fatto con dignità, senza filtri, con una dolcezza che commuove.

E allora forse è proprio questo il senso profondo della prima prova: non misurare la bravura, ma far emergere la voce. Far sentire che i ragazzi ci sono, pensano, amano, piangono, capiscono il mondo – anche quando il mondo non capisce loro.

Le impressioni degli studenti post prima prova

A Catania, il caldo di giugno non ha frenato l’ansia, ma nemmeno la speranza. Siamo andati per le strade, davanti agli istituti, a parlare con i veri protagonisti di questa giornata: i ragazzi. Ecco le loro sensazioni post prima prova, in esclusiva ai nostri microfoni.

Immagini video Fabiola Laviano e Corrado Denaro

I genitori e gli insegnanti

Fuori dai cancelli, invece, i genitori si fanno piccoli. Li guardano da lontano, come si guarda qualcuno che sta diventando grande e non ha più bisogno di una mano, ma solo di uno sguardo silenzioso. I professori osservano, un po’ nostalgici, un po’ orgogliosi.

Una madre si è commossa vedendo uscire il figlio e ha detto solo: “È cresciuto”. Non c’era niente di retorico, solo l’inizio di un’altra storia.

La città intanto continua a vivere, distratta. Ma oggi c’è stato un piccolo terremoto invisibile: migliaia di anime si sono scoperte. Hanno avuto paura, hanno resistito, si sono raccontate. E questo basta per dire che ce l’hanno fatta.

Domani toccherà alla seconda prova. Sarà più tecnica, più settoriale. Ma la prima, quella di oggi, resterà per sempre: la prima in cui hanno dovuto scrivere non per prendere un voto, ma per lasciare un’impronta.

 

Ai maturandi, godetevi il viaggio, amerete il finale! Ad Maiora.