CATANIA – Un incontro a distanza è stato l’evento organizzato dall’Unione delle Camere Penali di Catania, associazione di avvocati penalisti, per gli studenti delle classi seconde e quinte dell’istituto Carlo Gemmellaro di Catania. L’incontro si colloca nell’ambito delle attività del progetto PTOF “Educazione alla legalità”, che la dirigente scolastica prof.ssa Concetta Valeria Aranzulla ha posto a fondamento delle proposte formative per gli studenti del suo istituto.
L’istituto C. Gemmellaro da anni ha ormai tra le sue priorità la cultura della legalità ed è grazie all’ausilio dei suoi collaboratori che la dirigente Concetta Valeria Aranzulla ha organizzato per i suoi studenti, nel corso di tutto l’anno scolastico, nonostante le difficoltà di una didattica a distanza, parecchi incontri su tematiche di attualità e in particolar modo legati ai temi dell’educazione alla legalità e al rispetto delle regole.
L’incontro con l’Unione delle camere penali di Catania tenutosi in data 30 aprile rientra, in particolare, nell’ambito delle iniziative gratuite frutto di un protocollo d’intesa sottoscritto tra l’Unione delle Camere Penali Italiane e il Ministero dell’Università e della Ricerca. Lo scopo dell’iniziativa è di fornire ai giovani studenti un’informazione corretta sul mondo della giustizia, poiché soprattutto nei giovani è dilagante una visione distorta delle finalità perseguite dalla Costituzione nella celebrazione dei processi e dei ruoli dell’Accusa, della Difesa e del Giudice che, nel processo, esercitano funzioni ben distinte e separate.
Relatori dell’incontro sono stati l’avv. Claudio Galletta e l’avv. Tiziana Aloisio. L’incontro avvenuto come ormai da prassi sulla piattaforma online Gsuite di Google ha avuto inizio con l’intervento dell’avv. Tiziana Aloisio che dopo aver spiegato agli studenti l’obiettivo dell’incontro odierno ha mostrato loro un video incentrato principalmente sul processo penale, la necessità della società di darsi delle regole per punire i colpevoli (principio di non colpevolezza art.27 Cost.), il giusto processo (art.111 Cost.) la funzione della pena e la sua esecuzione (art.13 Cost.) il diritto di difesa (art.24) per poi concludersi con un breve excursus sulla situazione delle carceri in Italia.
“Quando può intendersi una società civile? Quando si rispettano le regole che la collettività si dà“. Con queste parole l’avvocato Claudio Galletta inizia il suo intervento che porta gli studenti lungo un percorso che parte dalla necessità di una giustizia che interviene a sanare le carenze di una società dove non tutti rispettano le regole, per poi soffermarsi sull’importanza di un giusto processo, risultato di battaglie e conquiste che hanno portato a una posizione “paritaria” della difesa rispetto all’accusa, sul ruolo fondamentale dell’avvocato, ricordando Fulvio Croce e Serafino Famà simboli di integrità e modelli da seguire per tutti coloro che esercitano la professione di avvocato.
“Oggi in una società dove sempre più frequenti sono i processi mediatici in cui si tende a dare un giudizio ancor prima di un processo, afferma l’avvocato Galletta, la spettacolarizzazione della giustizia lascia feriti per strada: l’esasperazione mediatica da una parte e l’attenzione morbosa della pubblica opinione dall’altra, contribuiscono a rendere del tutto parziale e distorta la conoscenza della materia, lasciando ampi spazi, immaginari e confusi, manipolati da una informazione tesa solo alla creazione della notizia scandalistica”.
Qual è lo scopo della pena? Con questa domanda l’avv. Tiziana Aloisio, prende la parola e spiega alla sua platea di giovanissimi studenti, che la carcerazione deve essere l’ultima ratio, perché la pena deve avere una finalità rieducativa. La situazione nelle carceri italiane è al limite degli standard europei, sono inadeguate per capienza, per un eccessivo sovraccarico, le morti per suicidio sono in aumento e la rieducazione è sempre più difficile in queste condizioni.
Nel momento dedicato al dibattito, le curiosità degli studenti sono state tante e tutte soddisfatte dalle risposte chiare ed esaustive dei due relatori. Una su tutte evidenzia la delicatezza e l’importanza del ruolo dell’avvocato penalista in un processo: vi è mai capitato, chiede Desirè, di difendere un assassino? “Vedi Desirè – risponde l’avv. Galletta – non ci sarà mai un cliente che ti dirà di essere colpevole, noi non aiutiamo un colpevole a farla franca, non è questo il nostro compito, sarà il giudice a decidere la colpevolezza o l’innocenza di un imputato, noi dobbiamo garantire il rispetto dei principi costituzionali, il diritto alla difesa, il diritto a giusto processo, noi siamo operatori del diritto ed è questo il compito fondamentale di un avvocato“.
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