Liceo Galileo Galilei, il preside replica agli studenti: «Ho cercato soluzioni, sicurezza e diritto al confronto»

Liceo Galileo Galilei, il preside replica agli studenti: «Ho cercato soluzioni, sicurezza e diritto al confronto»

CATANIA — Dopo l’occupazione del Liceo Galileo Galilei da parte di gruppi di studenti contrari alla decisione di svolgere l’ultima assemblea elettorale in modalità telematica, il preside, prof. Emanuele Rapisarda, chiarisce le ragioni che hanno portato alla scelta e respinge le accuse rivolte dall’assemblea studentesca. In una lunga ricostruzione il dirigente scolastico spiega di aver cercato di contemperare il diritto di partecipazione con la tutela dei beni scolastici e la sicurezza degli alunni.

«Siamo in periodo di campagna elettorale», premette Rapisarda, «e la scuola ha sempre garantito la distribuzione di volantini e la possibilità che i candidati presentassero i programmi. Per motivi organizzativi abbiamo spalmato le assemblee su tre turni: il primo si è svolto venerdì scorso in succursale, il secondo sabato 25 ottobre in Aula Magna per prime, seconde e terze e l’ultimo si sarebbe dovuto svolgere ieri. Nonostante le mie raccomandazioni, al termine dell’assemblea di sabato abbiamo rilevato danni gravissimi all’aula magna: tavolo, armadi e sedie rotti».

Per il preside il danneggiamento dell’aula magna ha pesato sulla decisione: «Non c’erano più le condizioni per svolgere in presenza l’ultimo turno, dedicato a quarte e quinte. Per questo ho proposto la modalità telematica, una soluzione già usata con successo in passato per assemblee difficili da organizzare in presenza (periodo Covid)». Rapisarda ribadisce che la scelta non voleva negare il diritto di parola ai candidati: «La telematica garantiva la partecipazione degli studenti e dei candidati».

Secondo il dirigente, la proposta di trasferire la riunione in uno spazio all’aperto all’interno della scuola arrivata da parte degli studenti «è stata valutata, ma si trattava di oltre 700 studenti e ho dovuto consultare il responsabile per la sicurezza che si trovava fuori sede e mi ha chiesto di temporeggiare per organizzare il tutto. Ma a quel punto il problema era rappresentato dalla scadenza legata al voto. Perché nel frattempo la commissione elettorale mi ha comunicato l’esistenza di un vincolo normativo: l’ordinanza ministeriale del 1991 che stabilisce che il giorno prima delle elezioni (oggi) non possono svolgersi attività di propaganda per via del silenzio elettorale. Dunque, era impossibile rispettare tempi e autorizzazioni».

Rapisarda racconta che nella giornata di ieri, una volta ricevuto l’ok dal responsabile della sicurezza ha cercato «in ogni modo» alternative e di essersi reso disponibile a organizzare l’assemblea all’aperto entro lo stesso giorno invitando i ragazzi a contattare coloro che erano andati a casa per farli tornare a scuola per ascoltare i discorsi dei vari candidati. Ipotesi bocciata dagli studenti. «Ho incontrato la delegazione dei rappresentanti, ho spiegato le motivazioni e ho provato a mediare. Ho anche offerto la possibilità — su mia responsabilità — di riunirsi all’aperto tra le 11 e le 13, ma la proposta è stata rigettata».

Rapisarda sottolinea come l’escalation sia avvenuta questa mattina senza aluna motivazione: «Alcuni studenti, approfittando dell’apertura del cancello, sono entrati e hanno creato barricate con cassonetti e banchi. Ho chiamato immediatamente le forze dell’ordine e i vigili del fuoco; l’intervento è stato tempestivo e le forze dell’ordine sono state molto equilibrate nel dialogo con gli occupanti».

Nel corso della giornata, dopo il blocco dei cancelli, il preside riferisce di avere raggiunto un accordo con i candidati presenti e di aver tentato una mediazione attiva per sbloccare la situazione al fine di evitare una deriva della situazione: «Ho fatto entrare i ragazzi prospettando loro un’autogestione (non autorizzata formalmente) in cui portassero a termine la loro campagna elettorale purché si svolgesse all’interno del plesso scolastico al fine di non creare problemi in strada (incappando in provvedimenti amministrativi se non addirittura penali) e garantendo loro la sicurezza».

Rapisarda conclude dicendo che da parte sua non è mai mancata, e mai mancherà, la disponibilità al dialogo con i ragazzi per trovare una soluzione che garantisca i diritti degli studenti su ogni fronte.