ACIREALE – Lo scorso 25 novembre, presso il Liceo “Regina Elena” di Acireale, in coincidenza con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stato condiviso l’esito finale di un progetto realizzato fra aprile e ottobre del 2024 con il contributo della Regione Siciliana e la guida di una squadra di sedici docenti e di un’esperta esterna, la Dott.ssa Francesca Bella, danza terapista e attrice, oltre che docente di Lettere. La proposta regionale, “Arte. Di ogni Genere”, è stata declinata variamente dagli Istituti dell’isola che hanno avuto accesso al finanziamento. Il Liceo “Regina Elena” di Acireale l’ha tradotta in un percorso dal titolo Dalla violenza verbale alla “rieducazione” sentimentale. Percorso di parole, immagini e movimento.
Il progetto si è svolto in due fasi, la prima, potremmo dire, “riflessiva” e la seconda “operativa”.
Nella prima fase le ragazze e i ragazzi, dopo aver letto il saggio di Michela Murgia Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più, hanno riflettuto su quanto il linguaggio sia espressione della struttura delle relazioni sociali e, insieme, degli eventuali dislivelli di potere che le caratterizzano, pervenendo a una consapevolezza indispensabile per modificare quei comportamenti, linguistici e non, che, nella relazione fra i sessi, potrebbero costituire un preludio a forme più o meno violente di coercizione della volontà altrui. Quindi, sempre sulla scorta di un altro saggio di Michela Murgia, Ave Mary, e con l’aiuto di docenti di Storia dell’arte e di Storia delle Religioni, hanno analizzato criticamente alcuni soggetti iconografici delle arti figurative attraverso i quali si confermerebbe, per vie implicite, il dislivello di potere fra i sessi e la subordinazione di uno (quello femminile) nei confronti dell’altro (quello maschile). Infine, con l’aiuto delle docenti di Diritto, hanno approfondito il concetto di patriarcato, la distinzione fra responsabilità e colpa, le norme relative allo stupro in Italia, con particolare attenzione al peso che in esse si attribuisce alla volontà della donna (dalla legge sul “matrimonio riparatore” alla legge che riconosce lo stupro come reato contro la persona). Su tutto ciò le classi si sono alla fine confrontate.
La seconda fase del progetto ha inteso proporre alle ragazze e ai ragazzi una via alla percezione del corpo alternativa rispetto allo stereotipo (corpo femminile oggetto di desiderio/strumento di seduzione, corpo maschile manifestazione di potenza/prepotenza): il corpo per raccontare e la danza il suo linguaggio, sul sottofondo della canzone siciliana d’autore (e autrice). Ê stata scelta la canzone Mi mettu o suli, scritta da Mario Incudine per la voce della sorella Francesca Incudine, chiedendo poi alle studentesse e agli studenti di “raccontarla” danzando, in ciò guidate e guidati dalla Dott.ssa Bella, dopo una fase di preparazione svoltasi in precedenti sedute laboratoriali. L’intero percorso è stato raccontato in un cortometraggio realizzato nello stile del docufilm in cui, tra brevi interviste, momenti di backstage, momenti del confronto fra le classi e del laboratorio di danzaterapia, ivi compreso anche il suo esito finale, emerge sia l’impostazione teorica del progetto, sia la resa artistica che la riflessione svolta ha trovato infine nell’esibizione coreutica.
Come sempre il buon esito dell’attività è stato possibile grazie al sostegno del Dirigente scolastico, Prof. Sebastiano Raciti, e stavolta la scuola si è avvalsa anche della collaborazione con altri enti, in primo luogo l’Associazione “Madonna della tenda di Cristo”, da anni impegnata nel contrasto al disagio sociale e alla violenza di genere, nonché l’Amministrazione comunale di Acireale, che ha autorizzato le riprese in alcuni spazi cittadini particolarmente scenografici e naturalmente votati a fungere da set cinematografico.
Il cortometraggio
Come sempre il buon esito dell’attività è stato possibile grazie al sostegno del Dirigente scolastico, Prof. Sebastiano Raciti, e stavolta la scuola si è avvalsa anche della collaborazione con altri enti, in primo luogo l’Associazione “Madonna della tenda di Cristo”, da anni impegnata nel contrasto al disagio sociale e alla violenza di genere, nonché l’Amministrazione comunale di Acireale, che ha autorizzato le riprese in alcuni spazi cittadini particolarmente scenografici e naturalmente votati a fungere da set cinematografico.



