CATANIA – Come ogni anno, il Liceo Lombardo Radice si è impegnato nella diffusione della consapevolezza sulla Giornata della Memoria.
Lo scorso 27 gennaio, ogni classe dell’Istituto ha organizzato momenti di riflessione sulle vittime dell’Olocausto, con attività mirate a comprendere la portata storica e umana di questa tragedia.
L’iniziativa al Lombardo Radice
La referente dell’iniziativa, prof.ssa Marcella Labruna, ha innanzitutto proposto diversi video e film per dare il via al momento di riflessione. Particolarmente interessante è stata la visione del docufilm “Le mani di Primo Levi”, disponibile su RaiPlay.
In seguito, molti alunni hanno dedicato parte della giornata alla stesura di riflessioni personali, esprimendo ciò che l’educazione civica dovrebbe rappresentare nel vero senso del termine. Mettere su carta le proprie impressioni è un atto potente, un modo per denunciare le ingiustizie del passato e prendere posizione contro quelle del presente. La scrittura diventa, così, uno strumento di memoria e consapevolezza, capace di trasformare il ricordo in un monito per il futuro.
Un excursus storico
Durante la Seconda Guerra Mondiale, le potenze dell’Asse (Germania, Italia e Giappone) raggiunsero la loro massima espansione tra la primavera e l’estate del 1942. Nei territori occupati, i dominatori imposero un “nuovo ordine” fondato sulla supremazia militare e sulla sistematica persecuzione delle minoranze ritenute indesiderabili. Il regime nazista, guidato da Adolf Hitler, perseguitò e sterminò circa sei milioni di ebrei nei campi di concentramento e sterminio come Auschwitz, Mauthausen, Buchenwald e Dachau. A partire dalla seconda metà del Novecento, il termine “Olocausto” venne utilizzato per definire questa carneficina, ma la comunità ebraica preferisce il termine “Shoah”, che in ebraico significa “catastrofe” o “distruzione”.
La persecuzione degli ebrei si intensificò progressivamente: dall’emanazione delle leggi razziali, che ne sancirono l’esclusione dalla vita politica e civile, fino alla segregazione nei ghetti e, infine, alla deportazione nei campi di sterminio. Dopo la Conferenza di Wannsee del gennaio 1942, il regime nazista attuò la cosiddetta “soluzione finale”: un piano di sterminio sistematico ed efficiente, che ridusse milioni di persone a numeri tatuati sulla pelle, privandole di ogni diritto e dignità umana. Le camere a gas e i forni crematori divennero il simbolo del genocidio, mentre il silenzio e l’indifferenza di molti favorirono il compimento di uno dei crimini più efferati della storia.
Educare alla memoria nelle scuole
La Giornata della Memoria, istituita dall’ONU nel 2005, non è solo un’occasione per ricordare le vittime della Shoah, ma anche un monito contro ogni forma di discriminazione e intolleranza. Lia Levi, superstite dell’Olocausto, nel suo libro “Il Giorno della Memoria spiegato ai miei nipoti”, sottolinea l’importanza di trasformare il ricordo in memoria attiva, rendendolo parte della nostra coscienza collettiva. Affrontare il tema dell’Olocausto nelle scuole è fondamentale: non solo per tramandare la conoscenza storica, ma anche per sviluppare nei giovani una sensibilità critica verso i fenomeni di odio e oppressione che, ancora oggi, minacciano la convivenza civile.
Per rendere efficace l’insegnamento della Shoah, è necessario adottare un approccio adeguato all’età degli studenti, privilegiando la parola rispetto alle immagini scioccanti e coinvolgendo i ragazzi attraverso letture, testimonianze e attività creative. Incontri con i sopravvissuti, lettura di diari e documenti, visione di film e rappresentazioni teatrali possono aiutare a trasmettere il senso profondo della memoria. Ma è altrettanto essenziale collegare la Shoah ai fenomeni di discriminazione e genocidio che hanno segnato e continuano a segnare la storia recente, per evitare che gli orrori del passato si ripetano sotto nuove forme.
Una responsabilità collettiva
Viviamo in una società in cui tutto ci sembra dovuto e, presi dalla frenesia quotidiana, rischiamo di dimenticare che i diritti e le libertà di cui godiamo oggi sono stati conquistati con dolore e sacrificio. La Giornata della Memoria non deve essere solo un rito annuale, ma un’opportunità per riflettere su come l’intolleranza e l’indifferenza possano condurre a tragedie inimmaginabili. La scuola, in questo senso, ha un ruolo cruciale: educare alla memoria significa formare cittadini consapevoli e responsabili, capaci di opporsi all’odio e di difendere i valori fondamentali della democrazia e della dignità umana.
Ricordare l’Olocausto non è solo un dovere verso le vittime, ma un impegno per costruire un futuro in cui l’umanità non cada di nuovo nell’abisso dell’odio e della barbarie. La memoria non è solo un atto del passato, ma una responsabilità per il presente e per le generazioni future.
Articolo in collaborazione con gli alunni delle classi 2LB e 4LB del Liceo Statale Lombardo Radice