CATANIA – Sabato 2 aprile l’Auditorium Cuccia ha ospitato l’incontro dal titolo “La lezione di Giovanni Falcone, un cantiere aperto sul futuro”, tenuto dal dott. Sebastiano Ardita, Consigliere togato del Csm, già Direttore dell’Ufficio Centrale Detenuti e Trattamento del Dap, magistrato in prima linea nel contrasto al fenomeno mafioso.
Nel trentennale delle stragi del ‘92 si è cercato di mettere a fuoco il senso profondo dell’eredità ideale e professionale di quella stagione particolarissima, allo stesso tempo cupa e terribile ma anche intensa e trascinante.
Con semplicità e competenza siamo stati guidati all’interno di una storia di misteri inquietanti e appassionanti, sollecitati dalla curiosità e da un’alluvione di domande degli studenti.
Il dott. Ardita fissa alcuni punti fermi, bocciando la riforma Cartabia, sollecitando una svolta nella gestione dei beni confiscati alle mafie, rivelando di avere scelto di non prendere parte alle manifestazioni ufficiali in ricordo di Falcone e Borsellino perché preferisce il linguaggio dei fatti alla retorica roboante dell’antimafia delle parole.
Si sofferma, in particolare, sullo spirito del ‘92, una miscela irripetibile di orgoglio, rabbia e devozione per i martiri della legalità. L’antimafia è passione, lotta contro l’arroganza e le collusioni ma anche desiderio di offrire opportunità di riscatto per gli ultimi. Fino a quando il welfare mafioso apparirà più credibile dell’intervento sociale dello Stato, l’unica carta da giocare per uscire dalla miseria del quartiere sarà la legge della strada.
Le conclusioni sono affidate alla preside Vincenza Biagia Ciraldo, la quale afferma che il principio di legalità costituisce il DNA del liceo Spedalieri, un istituto che da sempre punta ad offrire strumenti adeguati per leggere la complessità del reale e a formare una classe dirigente più attenta a recuperare gli emarginati dei quartieri a rischio che a ballare il valzer con i potenti.