Il teatro della legalità: il “Carlo Gemmellaro” porta in scena la Ballata sul mare lontano

Il teatro della legalità: il “Carlo Gemmellaro” porta in scena la Ballata sul mare lontano

CATANIA – Nell’ambito del progetto “Il teatro della legalità“, il 17 dicembre nell’aula magna dell’istituto “Carlo Gemmellaro” di Catania è andato in scena lo spettacolo teatrale “La ballata sul mare lontanoa  cura della compagnia Raffaello teatro regia Angelo D’Agosta. 

Il progetto curato nella sua realizzazione dalle docenti  prof.ssa avv. Annamaria Casaburi e dalla prof.ssa Chiara Sciuto, rientra tra le azioni promosse dal Dirigente dell’istituto prof.ssa Concetta Valeria Aranzulla nell’ambito delle attività scolastiche per l’ampliamento dell’offerta formativa, per diffondere “la cultura della legalità” tra i giovani studenti.

 “C’era una volta e ci sono ancora in un paese lontano lontano………gli italiani”.

Se fosse una favola la ballata sul mare lontano potrebbe iniziare così, ma non è una favola, è la storia VERA di quando a partire da emigranti all’inizio del secolo scorso erano gli italiani, uomini donne e bambini che affidavano la propria vita al mare e portavano nel cuore la stessa speranza di essere accolti e non essere rimandati indietro.

Sirio, la stella più luminosa del firmamento, era il nome della nave più bella e veloce. Giuseppe Piccone era il suo comandante da 27 anni quando salpò dal porto di Genova il 2 agosto 1906 lasciando dietro di se’ una scia di fazzoletti bianchi. Era diretta in Argentina, ma in quella terra lontana non arrivò mai perché affondò pochi giorni dopo portando con sé negli abissi marini 292 vite. Il comandante Piccone morì due mesi dopo per il dolore e il forte senso di colpa.

Quelli che emigrano non sono poveri sono disperati”.

Trenta giorni di navigazione ammassati uno sopra l’altro in enormi camerate che nel viaggio di ritorno venivano riempite di sacchi di mais e caffè.Dormivano con le scarpe legate al collo per non farsele rubare perché quella terra che per loro era la terra promessa, la terra del loro riscatto, la volevano calpestare per la prima volta con le loro scarpe ai piedi.

“Ci sarebbero milioni di storie da raccontare, una per ogni biglietto inviato alla famiglia per darne notizie oppure se ne potrebbe raccontare una sola quella di un popolo intero che ha per sua natura l’attitudine il viaggio”.

La ballata sul mare lontano con il suo andamento che da lento diventa improvvisamente incalzante come le onde del mare, traccia inevitabilmente un raffronto tra le vite degli emigrati italiani di fine 800 verso il sud America e quelle attuali dei tanti migranti che attraversano il canale di Sicilia fuggendo da situazioni di disperazione sognando una vita migliore. Unica sottolineatura la terra d’America ha accolto gli italiani ed è cresciuta anche grazie al loro contributo noi oggi invece pensiamo che possiamo fare a meno di loro.