Il 25 novembre al “De Felice” di Catania: sensibilizzare contro la violenza sulle donne

Il 25 novembre al “De Felice” di Catania: sensibilizzare contro la violenza sulle donne

CATANIA – Il De Felice non si ferma e aderisce all’iniziativa della FINISM Catania del 25 novembre per la seconda annualità con l’incontro on line che ha interessato quattro classi del 4 e 5 anno. Due ospiti d’eccezione, le Prof.sse Josè Calabrò UDI Catania e Mariella Pasinati UDI Palermo, Biblioteca delle Donne. L’evento si è svolto in videoconferenza sulla Piattaforma Meet di GSuite For education dell’Istituto, con la vulcanica Prof.ssa Tripoli che si occupa di violenza di genere da un decennio.

La Prof.ssa Tripoli ha posto l’accento sull’incremento della violenza sulle donne con la pandemia. La pandemia ha costretto miliardi di persone in casa. Ciò ha causato enormi danni con disagi sociali, economici e psicologici per tutti. Ma, per alcuni più di altri, l’impossibilità di muoversi ha aggravato i casi di violenza domestica.

Dal Dipartimento contro la violenza sulle donne dell’Organizzazione mondiale della Sanità emergono dati allarmanti con un aumento delle telefonate per chiedere aiuto, in tutto il mondo. La convivenza forzata acuisce gli abusi e allo stesso tempo costringe al silenzio. Per questo è necessario uno sforzo straordinario che permetta alle vittime di avere canali sicuri e protetti per chiedere aiuto, per garantire interventi immediati. Il secondo punto da attenzionare in questo periodo è la presenza di numerosi canali, come i social network e piattaforme varie ed infinite in cui viaggiano conversazioni, immagini tra adulti e adolescenti esposti a rischi ancora maggiori, con un aumento di immagini pornografiche, con abusi di revenge porn, non consensuali in cui il lock-down è diventato uno spazio ibrido, in cui la violenza ha mille sfaccettature e prende varie forme a seconda di chi lo crea. Per questi soggetti la donna è considerata un oggetto di cui poter disporre e additare con epiteti innominabili. Bisogna reagire subito e denunciare l’accaduto e pretendere la rimozione dalle piattaforme. Il Codice Rosso introdotto l’anno scorso svela la piaga revenge porn con la media di due vittime al giorno in cui la Lombardia è in testa, seguita dalla Sicilia.

“Noi donne avevamo pensato che ogni conquista era per sempre, ma non è così”. Da tempo ormai il famoso soffitto di cristallo si è incrinato e molte donne conquistano posti preminenti in ogni campo. Abbiamo gioito per l’eletta senatrice Kamala Harris a fianco del nuovo Presidente americano, il candidato democratico Biden, come prima donna di colore, la prima donna di origini asiatiche, la prima laureata di una Università nera, nata negli USA ma figlia di immigrati, a raggiungere una posizione così alta in politica. Ma non bisogna abbassare la guardia.

Con Josè Calabrò abbiamo parlato di complessità, che non vuol dire complicato, la vita è articolata, l’essere umano è complesso, poiché ha in sé bipolarismi. Siamo, contemporaneamente sapiens/demens, capaci di elaborazioni complesse e dotati di istinti. Bisogna quindi attivare lo sguardo alla complessità, conoscere le dinamiche dei conflitti, poiché sono parte dell’esistenza. Il conflitto è una danza allegra nonviolenta, ed è necessario insegnare a ragazze e ragazzi come arrivare alla consapevolezza e alla successiva responsabilità. La scuola in questo ha un ruolo determinante nell’educare a capire le emozioni, per riconoscere gli schemi mentali e trovare nuove vie. Come l’attenzione ad usare le parole, senza accusare, giudicare. Non è facile. Ma si deve provare. C’è sempre un’alternativa alla violenza.

Mariella Pasinati ha posto l’accento sul ruolo dell’educazione a scuola. Occorre più formazione per contrastare il patriarcato e sull’uso della lingua perché la soggettività si costruisce nel linguaggio. Si è parlato di violenza simbolica, attraverso la cultura maschile dilagante, attraverso i saperi, la comunicazione. Prendiamo ad esempio il potere dei media: esercitano violenza simbolica ogni qualvolta rafforzano gli stereotipi, incasellando ognuno in un suo spazio predefinito.

Si è posto l’accento sul ruolo della Biblioteca delle donne dell’UDI di Palermo. La Biblioteca delle Donne è nata come luogo di valorizzazione e conservazione dei percorsi culturali e politici delle donne. Unica biblioteca delle donne in Sicilia, al suo interno ospita l’Archivio dell’Unione Donne Italiane, riconosciuto patrimonio storico nel 2009. La Biblioteca svolge una costante attività di promozione politico-culturale e di ricerca dei saperi.

Lontano è il tempo in cui Anna Banti viveva e scriveva nascosta, all’ombra del marito, critico e storico dell’arte Roberto Longhi.

Fu Sibilla Aleramo, altra donna potente e rivoluzionaria a cogliere l’animo profondo di Anna Banti, nata nel 1895 a Firenze, in realtà Lucia Lopresti. Era femminista ma non lo sapeva, ma il suo era un femminismo discreto, intimo, non militante. Nelle sue opere, la voglia di riscatto e di ribaltamento nei destini dei suoi personaggi. Tanto per citare un suo capolavoro Le donne muoiono ambientato nel 2617.  La filigrana di cui sono tessuti parla dell’amarezza di essere donna in un mondo non fatto a misura propria, ma nello stesso tempo dell’irriducibile e orgoglioso coraggio, un coraggio che diventa gesto risolutivo fondato sull’inespugnabilità dell’essere femminile, che resta fedele a sé stesso. Sconfitto, a volte, ma mai perdente.

Si è ragionato sugli stereotipi, con la produzione di un PowerPoint, realizzato da un gruppo di ragazzi della 4 A TUR,  la classe che ha partecipato al Concorso Nazionale Stereotipa, preparate dalla Prof.ssa Tripoli che ha prestato volentieri alcune sue opere che parlano di stereotipi, con la Barbie dall’aria immortale, sempre uguale, con gambe lunghe e snelle, in punta di piedi, in una felicità apparente, tra il sogno e l’incubo, nel nome di una fame d’amore in cui molte crudeltà sono state commesse e purtroppo continuano ad essere perpetrate. Un cenno è stato dedicato ai traguardi delle donne di oggi, con nomi eccellenti. La pandemia ha esasperato le disuguaglianze e aggravato la vulnerabilità di alcune categorie sociali. Sebbene colpite, pagando il prezzo più alto, spesso con la vita, molte donne hanno raccolto la sfida dimostrando quanto sia importante il loro contributo sociale ed economico, per accelerare il cambiamento. Puntare sulle donne, dare visibilità alle loro leadership e far conoscere i loro talenti: è questo l’obiettivo del Women’s Forum for the Economy & Society che ha nella Managing Director l’italiana Chiara Corazza, che si impegna ogni giorno per farle conoscere. Ancora una donna nei posti di comando, già giornalista al Globo ed oggi ha l’occasione per proporre dieci donne che mettono talento, energia, per creare un mondo più giusto ed inclusivo.

Dobbiamo andare fiere, in tempo di pandemia delle virologhe esperte di Coronavirus e neuroscienziate. Tutte pioniere che fanno avanzare la ricerca come Maria Rosaria Capobianchi, classe ’53, nata a Procida Capo del Laboratorio di Virologia dell’Istituto Spallanzani di Roma; Concetta Castilletti, ragusana, classe ’63, responsabile dell’Unità dei virus emergenti allo Spallanzani; Francesca Colavita, classe ’90, originaria di Campobasso, ricercatrice precaria. Sono loro ad aver isolato nel febbraio 2020 il ceppo virale Sars-COV-2, causa della sindrome Covid 19. Ricordiamo infine Gina Rippon, neuroscienziata britannica che ha sconvolto il mondo scientifico con la distruzione dell’ipotesi delle differenze tra il cervello maschile e femminile. È discriminatorio parlare di differenze tra i due cervelli, in base al peso e al volume. La neuroscienziata ha dimostrato che sono le esperienze a cambiarne la struttura, comprese l’aspettativa di genere. Il cervello riflette la vita che una persona ha vissuto, non il suo sesso, smontando definitivamente certe tesi di letteratura pseudo- scientifica. La scienziata è diventata portabandiera di un nuovo femminismo, che si oppone alla discriminazione di genere su base biologica. Tante domande e riflessioni in una giornata che istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite deve ancora fare molta strada.

Articolo redatto in collaborazione con la Professoressa Maria Tripoli