Gli studenti dell’I.C. Cavour di Catania al Teatro Massimo “Vincenzo Bellini”

Gli studenti dell’I.C. Cavour di Catania al Teatro Massimo “Vincenzo Bellini”

CATANIA – Anche quest’anno l’Istituto Cavour di Catania, scuola ad indirizzo musicale, è presente alla stagione lirica 2024.

L’iniziativa, subito accolta da docenti e famiglie, ha lo scopo di contribuire alla formazione musicale degli alunni anche per superare il dominio del linguaggio digitale a cui siamo assuefatti e per creare per i più giovani occasioni per appassionarsi e lasciarsi affascinare da altri linguaggi.

Sabato 13 gennaio, nella splendida cornice del teatro Bellini, in 89, tra Dirigente, docenti e alunni dell’I.C Cavour, hanno assistito allo spettacolo “Turandot”, musica di Giacomo Puccini (finale di Berio), regia di Alfonso Signorini; Eckehard Stier sul podio a dirigere l’orchestra e il cast. È il primo spettacolo della stagione lirica al Bellini.

Presenti i professori Arena A., Arena R., Pepi, Belvedere, Mirabella, Mazzaglia, Menta, Franco, Zabatino,Curto, Costanzo, Raguni, Parisi e il prof. Vecchio che ha curato l’organizzazione.

Afferma la dirigente Maria Gabriella Capodicasa: “Accompagnare i nostri alunni al teatro è un’occasione unica di apprendimento, di crescita e di maturazione emotiva. L’Opera al Teatro Massimo Bellini diventa ancora più affascinante e avvincente e suscita emozioni irripetibili. L’esperienza altamente culturale favorisce l’acquisizione di competenze spendibili in contesti di vita, e aumenta l’autostima personale. Turandot per i nostri giovani studenti, protagonisti della società futura, ha rappresentato un momento di formazione, di crescita“.

Le alunne e gli alunni dell’I.C. Cavour si sono ritrovati immersi nelle luci della vicenda dal tramonto all’alba del giorno successivo, sorpresi dal mondo degli enigmi da risolvere e dal Coro dei fantasmi dei pretendenti di Turandot, hanno seguito con occhi sgranati ed entusiasti.

I piccoli spettatori si sono fatti trasportare dalla fantasia per entrare nel mondo fiabesco creato da Puccini, dove il personaggio principale Turandot muta improvvisamente i propri sentimenti e da creatrice di male e di morte si trasforma in donna profondamente innamorata.



La Turandot, tratta dall’omonima fiaba teatrale del 1762 di Carlo Gozzi, ma lasciata incompiuta da Puccini è stata un’importante occasione di didattica innovativa.

Infatti, per i docenti, oltre al grande momento musicale si è concretizzato un forte momento di didattica e di cittadinanza outdoor: Turandot è sì una fiaba classica ma al tempo stesso ha un grande elemento di attualità la cui chiave di tutto è in mano alle donne.

Turandot è moderna in modo diverso, nella sua forza. Ha dentro di sé la memoria della violenza subìta dalla sua antenata, ecco perché si mostra chiusa nella sua arrogante purezza, determinata a difendere se stessa in una crudeltà che non conosce pietà. Liù è l’altra immagine di femminilità diametralmente opposta a Turandot. Liù è la poesia dell’amore nella sua forma più pura: dona la sua vita perché l’uomo che ama possa amare non lei, ma un’altra donna. Liù, nata per essere debole e sottomessa, in realtà è un personaggio femminile forte e coerente, mentre Turandot, in apparenza così granitica, è un personaggio femminile debole e disequilibrato, almeno fino al momento in cui non riuscirà ad accogliere in sé l’amore.

Osserva la dirigente: “Nessun Dorma, la più celebre romanza per tenore dell’opera di Puccini, è un invito a tutti a non lasciarsi condizionare dal violento flusso di informazioni che riceviamo. Quindi nessun dorma e tutti, ma proprio tutti facciamo uno sforzo evolutivo ad ascoltare la nostra coscienza ed il nostro cuore. Quando si riesce a far convergere, coscienza, cuore, pensiero e azione, allora sì che potremmo dire di essere una società civilizzata ed umanizzata“.

Turandot in un mondo pieno di guerre e di odio, è un’opera attuale dove l’amore e la vita hanno la meglio sull’odio e sulla morte, dove l’amore non è una debolezza, ma una grande forza, e anche una via di conoscenza.

I ragazzi hanno lasciato il Teatro commossi ed entusiasti, pronti a ritornare tra poco più di una settimana. Per molti di loro è stata la prima volta che sono entrati al Bellini e lo stupore si leggeva chiaro nei loro occhi. La musica ha fatto il resto…

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