Scuola

Gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Catania non vogliono rinunciare alle lezioni della professoressa Liliana Nigro

CATANIA – C’è chi ha deciso per svariati motivi di non vaccinarsi e non necessariamente deve essere un no vax duro e puro o un violento che assalta le piazze od offenda le vittime dell’olocausto, com’è accaduto a Novara a fine ottobre, paragonandosi ai deportati ebrei con tanto di stella di David sul petto.

Il non vaccinato è anche colui che per motivi di salute non può farlo o chi non si sente protetto da parte del governo per l’assenza di tutela verso coloro che contraggono infezioni o malattie poco dopo l’inoculazione del vaccino.

Chi per libera e legittima scelta decide di non vaccinarsi non deve essere visto come un criminale fino al punto di non poter svolgere il proprio lavoro anche a distanza, annullando così uno dei diritti fondamentali dell’uomo come quello del lavoro.

È il caso della professoressa Liliana Nigro, docente dell’Accademia di Belle Arti di Catania e titolare di quattro cattedre del corso di fashion design, che dal 1 febbraio a causa dell’obbligatorietà del vaccino per gli over 50 sul posto di lavoro, non può più svolgere il ruolo di insegnante neanche in dad.

Dal suo allontanamento le reazioni degli allievi sono state tante e diverse come la petizione su change.org e gli accorati appelli per non interrompere il percorso di studi intrapreso con interesse e profitto.

Liliana Nigro rappresenta tutta quella categoria di uomini e donne costretti ‘all’allontanamento dal posto di lavoro’, poiché non vaccinati con conseguente sospensione immediata del proprio incarico e nel caso specifico dell’attività didattica – dichiarano gli allievi capitanati dallo studente Emanuele Ricchena per quanto grave sia già il tono delle parole delle vigenti regole, quel che suona ancor più frustrante è la separazione, il distacco forzato dagli studenti, impedendo lo scambio reciproco di interazioni e confronti culturali.

La vera linfa per uno studente è la conoscenza, quella che nel corso dei vent’anni di carriera quest’ insegnante ha profuso e diffuso senza eccezioni discriminatorie“.

Ed ancora aggiunge: “Il suo impegno quotidiano nel diffondere la potenzialità del proprio territorio, l’esaltazione della propria tradizione costumistica ed i valori ad esse collegate sembrano essere sadicamente schierati contro di lei, ma noi studenti non ci fermiamo. I mezzi di comunicazione telematici vengono in nostro aiuto con le lezioni in DAD ed è quello che chiediamo in cambio di ricevere un insegnamento vero e conforme alle norme in vigore sul distanziamento sociale“.

Un distacco fisico ma non culturale o mentale in modo che quanto realizzato negli anni non sia calpestato o distrutto e che il diritto al lavoro non venga negato a nessuno.

Redazione

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