CATANIA – Anche quest’anno l’IOS “Musco” partecipa al progetto “Girls Code It Better”, un’iniziativa di orientamento e formazione nata per avvicinare sempre di più il mondo femminile alla tecnologia, nel tentativo di abbattere i pregiudizi culturali sulla diversità di genere. Il progetto è promosso da “Officina Futuro Fondazione W Group” e consiste in un insieme di laboratori formati da gruppi eterogenei di ragazze, dei veri e propri “club” guidati da un Coach Docente, che sostiene le ragazze durante le fasi del progetto e del lavoro di gruppo, e da un Coach Maker, che mostra alle ragazze le potenzialità delle tecnologie e le avvicina al mondo della creazione.
Il club dell’IOS “Musco” vede impegnate in un percorso di circa 4 mesi (per un totale di 45 ore) di incontri extracurriculari pomeridiani, 22 ragazze della Scuola Secondaria di Primo Grado, guidate dalla Coach Docente Prof.ssa Milena Burgio e dalla Coach Maker Jennifer Vinciguerra (ex alunna del Liceo Artistico Indirizzo Multimediale, attualmente impegnata nel corso di laurea in Moda e Fashion Design all’Accademia di Catania).
Il progetto vuole avvicinare in maniera creativa e divertente le ragazze ai linguaggi ed alle nuove competenze digitali, in modo tale da renderle capaci di comprendere, creare e utilizzare consapevolmente il web e le tecnologie informatiche e incoraggiarle a intraprendere percorsi di studio e di carriera scientifico-tecnologici o a potenziare la propria formazione con competenze oggi imprescindibili.
Il tema scelto quest’anno dal club riprende gli obiettivi 5, 8 e 12 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. In particolare le ragazze realizzeranno degli artefatti (video/documentario e sito web) per promuovere la cultura della moda sostenibile, allo scopo di ridurre gli effetti negativi dell’industria della moda sull’ambiente e sulle persone, per favorire il consumo consapevole e comportamenti corretti per il rispetto dell’ambiente.
Per approfondire questo tema le ragazze, martedì 16 gennaio, hanno incontrato alcune realtà del territorio. Sono state inizialmente accolte dalla donne della sartoria sociale “Mo.moda operandi”, un’idea nata dall’associazione Penelope per favorire l’autodeterminazione di donne migranti contro ogni forma di tratta, sfruttamento, violenza e discriminazione. Sono state guidate da Ana, all’interno della sartoria, tra fantasie africane, tessuti a km zero e macchine da cucire hanno capito e toccato con mano l’importanza del lavoro creativo come strumento di riscatto.
Hanno quindi conosciuto Roberto che nel suo negozio Freak non vende solo abiti e oggetti usati ma trasmette la cultura dell’attenzione per l’ambiente, e dell’amore per oggetti unici e vintage che raccontano storie. Le ragazze hanno riflettuto sull’impatto positivo che hanno queste scelte sull’ambiente, poiché permettono di ridurre la quantità di rifiuti generati e il consumo di risorse naturali necessarie per la produzione di nuovi oggetti. Hanno inoltre capito come si può favorire un’economia più sostenibile, supportando piccoli negozi locali o comunità di scambio, incoraggiando il consumo consapevole, la riduzione degli sprechi e la valorizzazione del patrimonio di oggetti usati.
Infine le ragazze sono state ammaliate dall’incontro con la stilista Elisabetta Censabella, sono state contagiate dal suo entusiasmo e si sono perse tra stoffe, borse e cappelli. Hanno capito come una passione si può trasformare in mestiere, hanno toccato le diverse stoffe che Elisabetta procura nei suoi lunghi viaggi all’estero e hanno visto come si possono mescolare tra loro le più svariate fantasie utilizzando la creatività e il coraggio per trasformarle in piccole opere d’arte.
È stata una giornata ricca di emozioni per le ragazze che continueranno il loro progetto nelle prossime settimane con cresciuto entusiasmo, grazie anche al preside Mauro Mangano che ha sostenuto la realizzazione di questa iniziativa.
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