CATANIA – Dal 5 marzo milioni di studenti e insegnanti hanno interrotto, a causa dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, le attività didattiche nelle scuole. La sospensione delle attività didattiche, però, se da un lato ha potuto creare disagi, dall’altro ha aperto gli istituti scolastici, alunni e insegnanti alla didattica a distanza. Ma, dopo 2 settimane di attività online attraverso le piattaforme offerte dal Ministero dell’Istruzione e non, come la stanno vivendo i fruitori?
Matteo Mancino, studente maturando: “Nonostante il mio istituto non abbia ancora attivato le lezioni a distanza, posso dire che i nostri docenti, che potrebbero sembrare meno soliti a utilizzare strumenti tecnologici, si stanno attivando per continuare al meglio il programma ministeriale. Personalmente, – continua Matteo – mi sto avvicinando a nuove piattaforme che nella mia quotidianità non sono abituato a usare”.
“Inoltre penso che, con i dovuti limiti, la didattica digitale potrebbe essere adottata anche dopo la ripresa della didattica tradizionale. L’unico mio timore, onestamente parlando, è relativo all’esame di Stato 2020 e sulle possibili modifiche che potrebbero essere fatte”.
Francesca, studente liceale, invece espone un altro punto di vista: “Nonostante io faccia parte della generazione social, dei ‘giovani attaccati ai cellulari’, devo ammettere di non amare la didattica digitale. Anche se la mia scuola ha prontamente adottato tutte le misure relative alla didattica a distanza, lezioni online comprese, a me manca il rapporto quotidiano col docente, sia nel bene che nel male”.
La didattica a distanza ha fortemente diviso gli studenti tanto che il 53% degli intervistati è soddisfatto e il restante 47%, invece, dichiara di non apprezzare la “scuola a distanza”.
A essere intervistati non sono solo gli studenti, ma anche i docenti.
Il professore Paolo, docente delle scuole superiori, spiega ai nostri microfoni che: “La didattica a distanza, nonostante i primi timori, si sta dimostrando abbastanza efficace. Inoltre, i miei alunni hanno mostrato subito interesse nel continuare le lezioni e quindi il programma. Certo, però, che manca tanto la realtà che si vive in classe, la possibilità di dibattere e confrontarsi senza doversi porre il problema di chi debba accedere o spegnere il microfono in videochiamata per evitare le interferenze. Infine – continua il professore -, credo, che alcuni supporti e piattaforme adottate possano essere un quid in più quando si rientrerà nelle classi”.
Anche in questo caso la diatriba sulla didattica a distanza ha diviso i docenti, il 45% è soddisfatto dei supporti digitali, il 35% invece non apprezza la didattica a distanza e il restante 20% non si sente adeguatamente supportato.