“Educa i giovani e non sarà necessario poi punire gli uomini”

“Educa i giovani e non sarà necessario poi punire gli uomini”

CATANIA – Il Dirigente scolastico dell’istituto “Carlo Gemmellaro” di Catania, la prof.ssa Concetta Valeria Aranzulla, ha coinvolto i propri alunni del terzo, quarto e quinto anno nell’incontro organizzato dall’Associazione Nazionale Antimafia “Alfredo Agosta” di Catania sul tema “Violenza contro le donne e di genere”. 

L’Associazione Nazionale Antimafia “Alfredo Agosta”, nasce per espresso volere della famiglia e perché si ricordi in modo imperituro le gesta di un eroico carabiniere, fedele e silenzioso servitore dello Stato che venne barbaramente freddato con diversi colpi d’arma da fuoco, sparatigli a bruciapelo, nel centro di Catania, durante lo svolgimento di delicate indagini di Polizia Giudiziaria la sera del 18 marzo 1982.

Con l’incontro sul tema “Violenza di genere” il Dirigente scolastico prof.ssa Concetta Valeria Aranzulla ha divulgato a tutta la comunità scolastica un messaggio sociale forte e chiaro: “Dobbiamo lavorare insieme per educare al rispetto della persona e dei diritti delle donne e dobbiamo contrastare gli stereotipi di genere che sono alla base di una visione errata di donne e uomini nella società”. 

All’incontro, oltre al presidente dell’ Associazione Nazionale Antimafia Alfredo Agosta, dott.ssa Enza Bifera, sono intervenute il procuratore della Repubblica Anna Trinchillo e l’avv. Mariolina Malgioglio, che con svariate testimonianze hanno affrontato il tema “Violenza contro le donne e di genere” spiegando ai giovani la differenza tra relazioni sane e relazioni manipolative. Parlare di violenza di genere in relazione alla diffusa violenza su donne e minori significa mettere in luce la dimensione “sessuata” del fenomeno in quanto manifestazione di un rapporto tra uomini e donne storicamente diseguali che ha condotto gli uomini a prevaricare e discriminare le donne.

Un atto di violenza contro le donne può accadere ovunque: dentro le mura domestiche, sul posto di lavoro, per strada e, purtroppo, anche a scuola. Sono spesso i partner o gli ex partner a commettere gli atti più gravi e le cronache ci raccontano sempre più spesso una lunga scia di violenza che culmina spesso con l’estrema conseguenza: il femminicidio. 

Da diverse ricerche emerge che la violenza di genere si esprime su donne e minori in vari modi e in tutti i Paesi del mondo. Esiste la violenza domestica esercitata soprattutto nell’ambito familiare o nella cerchia di conoscenti, attraverso minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, atti persecutori o stalking, percosse, abusi sessuali, delitti d’onore, uxoricidi passionali o premeditati. 

La violenza alle donne solo da pochi anni è diventato tema e dibattito pubblico, mancano politiche in contrasto alla violenza alle donne, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione. Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei Paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo e le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici. La legge italiana ha modificato il Codice Penale inserendo misure più restrittive severe nei confronti di chi assume atteggiamenti aggressivi e violenti nei confronti delle donne e delle persone più deboli.