Catania, lezione antimafia al Turrisi Colonna

CATANIA – «Fare della nostra vita un’opera d’arte, usando la colonna sonora giusta: l’amore, l’onesta, la legalità». Prende in prestito le parole di Gabriele D’Annunzio il presidente del Comitato antimafia Livatino Saetta Attilio Cavallaro, e le fa sue, rimaneggiandole e donandole agli studenti dellLiceo Turrisi Colonna, dove il Comitato ha tenuto una lezione di legalità. Relatori dell’incontro l’avv. Corrado Labisi, presidente dell’Istituto Medico Psicopedagogico “Lucia Mangano”, il dott. Salvo Campo, presidente dell’Associazione antiracket “Asia”, il colonnello Salvatore Virzì, e Ugo Tomaselli, vice presidente del Comitato, introdotti dal dirigente scolastico prof.ssa Annamaria Di Falco.

«La mafia mette le nostre vite a serio rischio tutti i giornispiega Cavallaro -. È necessario debellare una cultura mafiosa che per troppo tempo ha definito uomini d’onore quelli che sono piuttosto uomini del disonore». E il ricordo va a Rosario Livatino, il giudice ragazzino ucciso a soli 38 anni in un agguato mafioso mentre si recava in tribunale; ad Antonino Saetta, candidato a presiedere il processo d’appello alla cupola mafiosa, e ucciso insieme al figlio Stefano; a Gaetano Costa, assassinato mentre sfogliava dei libri su una bancarella, a due passi da casa sua, freddato da tre colpi di pistola sparati da due killer in moto. E soprattutto a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi ventitre anni fa, nelle stragi di Capaci e via D’Amelio, ricordati in un video che scandisce quei tragici momenti.

Bisogna svegliare le coscienze dei giovani” commenta l’avv. Corrado Labisi, presidente dell’Istituto Medico Psicopedagogico “Lucia Mangano” di Sant’Agata Li Battiati, struttura d’eccellenza, accreditata presso il Parlamento Europeo. Figlio della prof.ssa Antonietta Azzaro Labisi, fondatrice dell’Istituto e antesignana della lotta alla mafia, ha parlato con ammirazione della madre, una donna attenta ai bisogni della gente, da sempre pronta a donarsi a favore dei meno fortunati. Soprattutto nel quartiere di San Cristoforo Antonietta Azzaro Labisi per diversi anni aveva operato, portando assistenza ai piccoli e agli anziani, rappresentando un modello da seguire per numerosi bambini e soggetti svantaggiati che, a vario livello, hanno potuto contare sul suo sostegno incondizionato, generoso, spontaneo, pieno d’affetto e di socialità. Una figura carismatica quella della prof.ssa Labisi per la quale il Comitato Antimafia Livatino Saetta ha consegnato all’arcivescovo di Catania la richiesta per avviare un processo di beatificazione. “Mia madre fu la prima a portare nel quartiere di San Cristoforo i laboratori d’artigianato, ceramica e cucitoracconta Labisiproprio per togliere i ragazzi dalla strada. E lo fece senza finanziamenti né contributi, derisa da politici e amministratori. Anche quando si negano i diritti ai più deboli è mafia. Per questo vi invito a seguire gli esempi di questi grandi uomini che non vogliamo dimenticare, e a ricercare quella giustizia sociale senza la quale non può esserci pace”. L’avv. Labisi ha poi invitato gli studenti del Turrisi Colonna a visitare l’Istituto “Lucia Mangano”, per conoscere più da vicino la realtà dei disabili.

A prendere la parola il presidente dell’associazione antiracket “Asia” Salvo Campo. Una testimonianza di lotta alla mafia costante e presente sul territorio, grazie al supporto fornito a quanti finiscono nella morsa del racket delle estorsioni. Come Andrea Comisi, imprenditore nel settore alimentare preso di mira, come tanti, dagli uomini del pizzo: un’attività florida, stroncata da pressanti minacce ed intimidazioni, conclusa con il coraggio di denunciare.

Gli interventi del vice presidente del Comitato, Ugo Tomaselli e del colonnello Salvatore Virzì, hanno portato a termine un’altra lezione di legalità, l’ennesima di questo anno scolastico, durante il quale oltre ottomila ragazzi sono stati incontrati.