CATANIA – Chi ha un po’ di familiarità con la scuola italiana in più di un’occasione avrà certamente sentito parlare di “PON”. Pochi, però, sanno che la sigla fa riferimento al cosiddetto Programma Operativo Nazionale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel quale sono contenute le priorità strategiche individuate per le scuole di tutto il territorio nazionale.
Per raggiungere gli obiettivi connessi a tali priorità, il PON, finanziato con fondi strutturali europei, mette a disposizione delle istituzioni scolastiche importanti risorse economiche destinate sia al potenziamento dell’offerta formativa per alunni, docenti e adulti (progetti FSE, Fondo Sociale Europeo), sia all’incremento di laboratori, attrezzature digitali e interventi di edilizia (progetti FESR, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale).
Dall’ideazione all’esecuzione si tratta di un lavoro piuttosto impegnativo ma che oggi, a fronte della progressiva riduzione dei finanziamenti statali, regionali e comunali, risulta, tuttavia, essenziale per le istituzioni scolastiche tanto per implementarne la dotazione tecnologica necessaria a una didattica moderna, quanto per arricchirne l’offerta formativa.
Per raggiungere quest’ultimo risultato, tuttavia, è necessario che le scuole riescano a elaborare progetti realmente validi e innovativi, in grado di potenziare le competenze degli alunni stimolandone la curiosità e l’impegno.
È questo il caso di “Campo visivo”, uno dei moduli Pon più originali tra quelli sviluppati presso la Scuola Media “Maiorana” diretta dalla Dirigente Scolastica Gisella Barbagallo.
Organizzato, infatti, in forma di attività laboratoriale, il progetto è nato dall’idea di accostare i ragazzi al mondo della fotografia con lo scopo di aumentare in loro la capacità di osservare ciò che li circonda, prenderne consapevolezza per poi, tramite uno scatto, restituirlo con gli occhi e la sensibilità di chi, in un dettaglio consueto, apparentemente banale, ha in realtà intravisto qualcosa di unico, una nuova essenza.
Lezione dopo lezione, i 25 giovani aspiranti fotografi della “Maiorana”, guidati dalla mano esperta del prof. Carmelo Stompo, hanno così appreso le principali regole della tecnica fotografica e, conosciute le opere dei più grandi fotografi, si sono progressivamente appassionati a un linguaggio visivo in grado di trasformare il loro approccio alla realtà circostante.
Tema privilegiato del laboratorio è stato il colore. In questa chiave, come dichiarato dalla prof.ssa Mariagrazia Fallica, tutor del PON, “i nostri fotografi hanno letto le vie cittadine e le persone che le percorrono, le insegne pubblicitarie, le automobili, i palazzi, la villa Bellini in una giornata di Carnevale, sorprendendoci nell’aver trovato un’emozione da comunicare anche nei cigli delle strade invasi dalle sterpaglie o fra i rifiuti accumulati nei cassonetti. Anche là, dove nessuno guarda, c’è qualcosa da scoprire, da afferrare e raccontare“.
“Un’immersione nel caos che diventa, però, bellezza infinita“, scrive il professore Stompo nel progetto editoriale realizzato con i ragazzi alla fine del percorso, “un viaggio personale che ha permesso di aprire la loro mente, sintonizzandola con l’ambiente, tuffandosi nell’assurdo alla ricerca di segni. Il risultato: un occhio allenato, un’anima sensibile e attenta e qualcosa di sorprendente“.
Un’esperienza, come testimoniano gli scatti dei giovani fotografi, certamente riuscita, quindi, e ampiamente apprezzata dagli alunni che ancora una volta dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, quanto la scuola di oggi debba puntare a una crescita globale dei ragazzi, affiancando allo sviluppo di conoscenze e competenze, anche un’attiva e costante promozione in loro della capacità di esplorare, riconoscere ed esprimere, anche in forme non convenzionali, la propria dimensione emozionale.