Arriva il tributo a Giulia Cecchettin: la ballata dell’Istituto “Rapisardi” di Paternò per far riflettere sul femminicidio

Arriva il tributo a Giulia Cecchettin: la ballata dell’Istituto “Rapisardi” di Paternò per far riflettere sul femminicidio

PATERNÒ – Si è svolto alle ore 11.00 di venerdì 28 novembre, a soli tre giorni di distanza dalla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, presso l’Aula Magna dell’Istituto di Istruzione Superiore “Mario Rapisardi” di Paternò, il “recital” dal titolo “Vita di Giulia”, che ha visto l’esibizione di alcuni alunni delle classi II A, III A e V B del Liceo Classico.

L’evento, recante il sottotitolo “Storia di Giulia Cecchettin”, vittima di femminicidio nel novembre 2023, ha costituito la fase conclusiva del Laboratorio “Cantastorie”, tenuto ai primi di settembre di quest’anno 2025 dalla Dott.ssa Francesca Busacca e dal Prof. Mauro Geraci (Antropologo culturale dell’Università degli Studi di Messina), nell’ambito del Progetto PNRR D.M. 19 “La scuola per l’Italia di domani”.

Ad introdurre la rappresentazione, prima dell’entrata in scena degli studenti, sono stati i saluti istituzionali della Dirigente Scolastica, Dott.ssa Maria Grazia D’Amico, che ha sottolineato come il valore didattico dello spettacolo dei poeti-cantori abbia fatto da stimolo e da volano per promuovere un’iniziativa congiunta tra l’Istituto “Rapisardi” e l’Associazione culturale “Cantastorie Busacca”, di altissimo livello, e principalmente un’opportunità per i ragazzi di misurarsi con linguaggi diversi e di dar sfogo alla loro creatività.

A far eco ai suoi saluti sono stati anche la Dott.ssa Busacca e il Prof. Geraci, che, annunciati dalla Prof.ssa Concetta Giuseppina Palazzo (promotrice del progetto) e dalla Prof.ssa Anna Sanfilippo (che ha fornito supporto nell’organizzazione dell’evento), hanno rimarcato la necessità di recuperare le modalità compositive e le potenzialità comunicative della canzone popolare siciliana.

Nell’era dell’interconnessione, infatti, continua a resistere l’attrazione del pubblico per il linguaggio musicale e per la parola cantata, nonostante possano sembrare un mondo destinato a scomparire con l’avanzare degli strumenti elettronici. È nata così una ballata dialettale intensa e commovente, composta di quattordici quartine e di un ritornello dal ritmo trascinante, che non si limita a raccontare in musica una storia di dolore, ma invita chi l’ascolta a guardare oltre, con la realizzazione di quattro disegni e di un “Power-Point” illustrativo, capaci di trasformare la tragedia in un messaggio di lotta alla violenza di genere.

Hanno partecipato allo spettacolo, accompagnate dai docenti in servizio, le classi I A, IV B, V A del Liceo Classico, e le classi I LA, I LB, II LA, II LB del Liceo Artistico, nonché alcune classi della Scuola Media “Virgilio” insieme con le loro docenti e con il Dirigente Scolastico Prof. Luciano Maria Sambataro, che hanno accolto il brano con profonda emozione, sia chiedendone a gran voce il bis sia ponendo domande curiose agli stessi curatori del progetto laboratoriale.

Nell’intervallo fra le due esecuzioni della ballata ispirata alla vicenda della sventurata Giulia, il Prof. Geraci ha cantato con l’accompagnamento della chitarra altri pezzi famosi, tra cui quello dedicato a Sara Campanella, tragicamente uccisa anche lei da un collega di università, e in duetto con la Dott.ssa Busacca, quello scritto dallo zio Ciccio e intitolato “Cumannunu li muggheri” e quello estemporaneo dal titolo “L’insostenibile leggerezza dell’app”, che fa riferimento al celebre romanzo di Milan Kundera, dimostrando ancora una volta come il canto possa essere uno strumento di dibattito e di riflessione.

Alcuni scatti