CATANIA – C’è chi dice sì all’inizio delle lezioni a settembre e chi invece vorrebbe ritornare indietro di vari decenni nel calendario scolastico.
L’annosa questione della riapertura della scuola
Torniamo un po’ indietro fino al 1977, gli studenti al loro primo giorno di scuola, ossia il primo ottobre, giorno in cui fino al ’77 iniziava la scuola in tutta Italia. A settembre, mese in cui adesso suonano le campanelle, si svolgevano gli esami di riparazione.
Nell’agosto del 1977 fu firmata la legge numero 517 che ha abolito gli esami di riparazione e ha modificato alcune norme dell’ordinamento scolastico tra cui anche la sua data d’inizio che doveva avvenire tra il 10 e il 20 settembre (con conseguente fine tra il 10 e il 30 giugno).
L’articolo 11 recitava: “Il Ministro per la pubblica istruzione, sentito il Consiglio nazionale della pubblica istruzione, ogni tre anni, entro il 31 dicembre, determina con suo decreto il calendario scolastico per i vari ordini di scuola fissando la data di inizio e il termine delle lezioni rispettivamente tra il 10 e il 20 settembre e tra il 10 e il 30 giugno. Entro il 30 giugno devono svolgersi anche gli esami di licenza ed idoneità nella scuola elementare e media e quelli di idoneità negli istituti e scuole di istruzione secondaria superiore ed artistica”.
L’anticipo delle lezioni a settembre si è rivelata una misura anti-meridionale e filo-settentrionale?
Fu un cambiamento epocale per l’organizzazione famigliare e per gli studenti. Le famiglie italiane, che ancora a settembre affollavano le spiagge del sud, hanno dovuto riorganizzare il piano delle ferie ed affollare le strutture alberghiere e gli scali aerei e le autostrade soltanto da luglio ad agosto. Creando un dissesto organizzativo anche nelle ferie invernali per il nord che nel contempo restavano le stesse o allungate. In questi decenni sono state molte le proposte per spostare nuovamente la campanella d’inizio al primo di ottobre, ma senza successo.
Quando si decise di spostare l’inizio delle lezioni a settembre, le voci contrarie furono praticamente inesistenti. Ma ogni cambiamento porta con sè delle conseguenze, alcune previste, altre completamente inaspettate. Come sostiene una recente lettera su La Repubblica, la decisione di anticipare l’apertura delle scuole potrebbe aver avuto ripercussioni non solo culturali ma anche economiche.
Secondo un lettore, la nuova struttura del calendario scolastico ha danneggiato il turismo al Sud, a favore del turismo al Nord, in particolare quello legato alle vacanze invernali o “settimane bianche”. Con l’anticipazione dell’inizio scolastico a settembre, infatti, le vacanze invernali sono state estese, andando a beneficiare soprattutto gli albergatori del nord.
Un problema non solo economico ma anche climatico
La questione diventa ancor più critica alla luce del cambiamento climatico. Iniziare la scuola a settembre, specialmente nel sud d’Italia, significa affrontare temperature che superano spesso i 30 gradi. Le aule surriscaldate rendono difficile per gli studenti concentrarsi e apprendere efficacemente. Molti edifici scolastici sono privi di aria condizionata. Il lettore, dunque, chiede che la rappresentanza parlamentare del Sud dovrebbe considerare il problema e valutare la possibilità di tornare all’inizio delle lezioni a ottobre, riducendo o eliminando i giorni di vacanze invernali. Questa misura potrebbe rappresentare una soluzione a costo zero per affrontare i problemi legati al clima e alle disparità regionali. Il mese di settembre potrebbe rappresentare una speranza per il settore del turismo interno.
Vittorio Sgarbi incalza raddoppiando la proposta: “Ingresso non prima delle ore 10“
Secondo il critico d’arte, bisogna iniziare le lezioni ogni giorno non prima delle 10. Ma sarebbe necessario allungare le vacanze estive a scuola per tutto il mese di settembre, con la prima campanella dal 1° ottobre. La proposta viene spiegata dall’esperto nel corso di un’intervista su Il Tempo: “Il tema fondamentale è questo. Ma poi che ca… di motivo c’è per svegliarsi alle 7 e alle 8 trovarsi davanti un prof che ti parla di Seneca quando non sei ancora praticamente sveglio?”. Sgarbi, tuttavia, ha un’altra proposta: “La riapertura delle scuole non a settembre, ma il primo ottobre: in Sicilia, a Salemi, da sindaco ho imposto la riapertura più tardi del consueto, il 29 settembre“. Il motivo è semplice, per il critico d’arte: “Fa ancora caldo a settembre, si va al mare. Ecco, queste sono le mie riforme sul mondo dell’istruzione. Saranno idee che non piacciono ad alcuni, ma piacciono ad altri. Dividiamo il mondo. Mandiamo a scuola Letta alle 8 e tutti gli altri alle 10…”.
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La scuola oggi chi decide e com’è il calendario delle lezioni
Proprio sul ritorno a scuola dei ragazzi, però, rischia di aprirsi un conflitto tra il ministero dell’Istruzione e le Regioni. Sul calendario scolastico regionale la competenza è delle Regioni. Il calendario scolastico varia da scuola a scuola ed è deciso in tre passaggi: il ministero dell’Istruzione pubblica il calendario nazione con specificate festività e le date degli esami di stato; gli assessori regionali all’istruzione creano il calendario regionale tenendo conto delle specifiche territoriali (turismo, festività locali etc…); infine le singole scuole creano il loro calendario considerando le loro necessità. In particolare ogni Istituto valuta il calendario regionale e deve assicurare almeno 200 giorni di lezioni. Per questo motivo devono essere conteggiati dei giorni in più, un surplus fondamentale che andrà a sopperire ad eventuali eventi imprevisti come avversità meteorologiche, elezioni, ma anche festività locali e ponti.
Le date ufficiali per il calendario 2023-2024
La campanella suonerà per la prima volta in Piemonte, Trentino e Valle d’Aosta l’11 settembre 2023, dando il via ufficiale alle lezioni. I giovani lombardi seguiranno il giorno successivo, l’12 settembre. Il 13 settembre si aggiungono alla lista diverse regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia, Umbria e Veneto. Il ritorno sui banchi per gli studenti della Calabria, Liguria, Molise, Puglia e Sardegna è fissato al 14 settembre. Concludono l’inizio dell’anno scolastico l’Emilia Romagna, la Toscana e il Lazio, il 15 settembre.
Quando suonerà l’ultima campanella? Per la maggior parte delle regioni, le lezioni termineranno l’8 giugno 2024. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni: Emilia Romagna, Marche e Valle d’Aosta concluderanno il 6 giugno; Puglia e Toscana il 7 giugno; mentre il Trentino Alto Adige concluderà le lezioni l’11 giugno. Per la scuola dell’infanzia: la maggior parte delle regioni terminerà il 29 giugno 2024, mentre nella provincia di Trento ci si sposterà fino al 31 luglio.