Alunni del Gemmellaro di Catania entusiasti del progetto “Plastic Free Waters” Rotary Club Catania

Alunni del Gemmellaro di Catania entusiasti del progetto “Plastic Free Waters” Rotary Club Catania

CATANIA – Il Dirigente scolastico Prof.ssa Concetta Valeria Aranzulla, nell’ambito delle attività di Educazione Ambientale, ha organizzato l’11 febbraio 2020, per gli alunni delle classi prime e seconde dei seguenti indirizzi: Turismo, Amministrazione Finanza e Marketing, e Informatica dell’Istituto “Carlo Gemmellaro” di Catania, un incontro con il dott. Sebastiano Catalano, Presidente   dell’associazione Rotary Club Catania sulla tematica “la minaccia nella plastica ai nostri mari”. Hanno partecipato alla conferenza la dott.ssa Bianca Lombardo e la dott.ssa Cinzia Capizzi, la prof.ssa Vincenza Pulvirenti ha collaborato con il Dirigente Scolastico per l’organizzazione dell’evento.

Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Concetta Valeria Aranzulla precisa che l’ambiente marino costituisce un’inesauribile fonte di vita per tutti gli esseri viventi esistenti sul pianeta terrestre. È indubbio, infatti, che molte delle risorse presenti nel mare identificano un bene da salvaguardare e proteggere con cura e attenzione, al fine di non determinare un’alterazione di quella biocenosi che regola l’intera esistenza dell’uomo congiuntamente a quella degli altri esseri animali e vegetali. Per tutelare il complesso ecosistema marino, è necessario attuare politiche che mirino fondamentalmente alla tutela di tali beni e di tali risorse, a livello nazionale e internazionale. A queste possono e devono necessariamente affiancarsi nuove prospettive tecnologiche atte a dare una maggiore efficienza per fare rispettare l’ambiente marino. È fondamentale creare una relazione tra individuo e ambiente per stimolare l’uomo a vivere il mare senza degradarlo o degenerarlo, sviluppando non solo la conoscenza di quest’ambiente peculiare ma altresì prendendo coscienza dei limiti di interazione con esso.

Il dott. Sebastiano Catalano   presenta il progetto” Plastic Free Waters” Ogni anno nel mondo vengono prodotti circa 300 milioni di tonnellate di plastica di cui solo il 14% viene riciclato. Solo il 10% finisce annualmente in mare: circa 20 milioni di tonnellate. La plastica costituisce circa l’80%, dei rifiuti solidi presenti nei mari del mondo e il principale tipo di rifiuto che troviamo sulle spiagge o depositato sui fondali. A sua volta, l’80% di questi rifiuti è di origine terrestre; solo il 20% è dovuto alle attività che si svolgono sul mare: pesca, trasporti, acquacoltura e navigazione. Si stima che circa 270.000 tonnellate di plastica galleggino in superficie. Nell’Oceano Pacifico la quantità dei rifiuti di plastica galleggiante equivale a due volte la superficie degli USA.

Poiché la maggior parte delle plastiche non si biodegrada in alcun modo, tutta quella dispersa in natura vi può restare e fare danni per centinaia o migliaia di anni. Usata spesso una sola volta e solo per qualche minuto, la plastica rimane in mare per periodi che vanno dai 20 anni per una busta della spesa ai 600 anni per un filo o rete da pesca. I rifiuti di plastica si frazionano e degradano molto lentamente in pezzi sempre più piccoli, raggiungendo dimensioni di qualche millimetro. Questi minuscoli residui e le microplastiche possono essere ingeriti dagli esseri viventi che sono alla base della catena alimentare. Uccelli, tartarughe o mammiferi marini scambiano questa spazzatura per cibo e così fanno i pesci; gli stessi che poi noi mangiamo, considerandoli cibo salubre.

Il problema delle microplastiche supera i confini marini, arrivando a contaminare anche aria e acqua, sia di rubinetto sia imbottigliata e alimenti come la birra, il sale e il miele.

Le 10-20 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono negli oceani del Pianeta provocano oltre 13 miliardi di dollari di danni agli ecosistemi marini. Sono incluse anche le perdite economiche dei settori della pesca e del turismo, così come i costi di pulizia delle spiagge.


Il mar Mediterraneo è un bacino semi-chiuso, circondato da tre continenti e influenzato da intense attività umane, caratteristiche che lo rendono uno tra i mari più a rischio del mondo per l’inquinamento da plastica, che si accumula in grandi quantità e vi permane per lunghi periodi di tempo, sminuzzandosi in particelle sempre più piccole e insidiose.

L’inquinamento da plastica costituisce una grave minaccia per importanti settori economici del Mediterraneo, soprattutto la pesca e il turismo. Spiagge e porti sporchi e inquinati scoraggiano il turismo, determinando la perdita di posti di lavoro e ingenti costi di pulizia.
Attualmente si stanno esaminando e sperimentando diverse forme di reimpiego della plastica. Ad esempio, si producono vestiti con il 70% di componente plastico riciclato; si producono in via sperimentale mattoni in plastica da usare nelle costruzioni di abitazioni, si stanno sperimentando superfici asfaltate impiegando plastica al posto del bitume.

Stiamo riuscendo a creare una consapevolezza del problema ma per arrivare ad un equilibrio accettabile è necessario un lavoro costante e dispendioso da parte di tutti i Governi.

 Il dott. Catalano proietta dei video interessanti e si intrattiene con gli studenti per un dialogo interattivo spiegando il decreto “salva-mare” che consente ai pescatori di portare a terra la plastica accidentalmente finita nelle reti. Fin’ora erano costretti a ributtarla in mare perché altrimenti avrebbero compiuto il reato di trasporto illecito di rifiuti, sarebbero stati considerati produttori di rifiuti e avrebbero dovuto anche pagare per lo smaltimento. I relatori dott.ssa Bianca Lombardo e la dott.ssa Cinzia Capizzi. hanno fornito in modo esaustivo agli alunni presenti tutte le informazioni per debellare l’inquinamento marino. Agli interventi dei relatori è seguito un ampio dibattito, a cui hanno partecipato con attenzione gli studenti presenti, ponendo domande.