La vitamina D esiste in due precursori:
• D3: colecalciferolo, si sintetizza a livello cutaneo grazie all’esposizione solare a partire dal 7-deidrocolesterolo, la vitamina D3 viene anche introdotta con l’alimentazione attraverso i grassi animali
• D2: ergocalciferolo : deriva dall’ergosterolo (sempre per effetto dell’irradiazione solare) che arriva da via alimentare.
Sia D3 e D2 vengono trasformate nel fegato e nei reni in 25 idrossivitamina D (25) D (OH) che è la forma inattiva, e calcitriolo D (1,25 (OH) 2D) che è la forma biologicamente attiva.
Una carenza di vitamina D negli adulti è legata a osteopenia, osteoporosi, debolezza muscolare, ossea, predisposizione a tumori, malattie autoimmuni, malattie infettive e malattie cardiovascolari. La vitamina D agisce favorendo l’assorbimento intestinale di calcio.
I ricercatori non hanno trovato alcun legame tra vitamina D e incidenza di preeclampsia, diabete gestazionale, e parto pretermine. L’unico legame valutando le gravidanze e i neonati, è stato riscontrato con l’aumento di peso e lunghezza del neonato.
L’importante ruolo della vitamina D in gravidanza e nei primi anni di vita dei bambini torna in evidenza con un nuovo studio australiano, che ha individuato un legame fra carenza della vitamina e autismo. Un livello basso a 20 settimane di gravidanza aumenta il rischio di mettere al mondo una prole con tratti autistici verso l’età di sei anni.
Lo studio del Brain Institute dell’University of Queensland, affiancato dall’Erasmus Medical Centre in Olanda, ha analizzato circa 4200 campioni di sangue di donne incinte e dei loro bambini, considerando come carenti i campioni con un tasso di vitamina D sotto i 25 nmol/L. Questo studio offre ulteriori evidenze che bassi livelli di vitamina D sono associati con disturbi dello sviluppo neurologico raccomandando un maggiore uso di supplementi di vitamina D durante la gravidanza, come l’uso di acido folico ha ridotto l’incidenza di spina bifida nella comunità.
La vitamina D di solito si assorbe con l’esposizione al sole, ma si trova in alcuni cibi e in supplementi farmaceutici. Sono ampiamente noti i suoi benefici nel mantenere ossa sane e vi sono solide evidenze che la collegano alla crescita cerebrale. In studi precedenti la sua carenza è stata legata a una varietà di condizioni fra cui schizofrenia, asma e ridotta densità ossea. La sua carenza nella prima infanzia è stata collegata a disturbi allergici come asma ed eczema.
Secondo i ricercatori sarebbe raccomandabile che la donna in gravidanza assumesse la dose giornaliera di vitamina D di 600 UI, dato che al giorno d’oggi moltissime donne in tutto il mondo non riceverebbero la dose minima raccomandata di vitamina D.