CATANIA – Riprende oggi il nostro focus sull’evoluzione e sulle innovazioni dell’agricoltura nei giorni nostri. Dopo avervi descritto l’importanza dell’agricoltura idroponica, adesso ci concentriamo sull’importanza dell’acqua nell’ambito di tutte le attività appartenenti al settore primario. Per la produzione agricola la quantità di acqua dev’essere notevole, ma spesso fattori come l’inquinamento o altri agenti atmosferici rendono parte di essa non fruibile, nemmeno per l’alimentazione umana.
Anche questa volta abbiamo sentito l’esperto di agricoltura biologica Salvatore Sapienza che ci ha esposto dei particolari non indifferenti: “La quantità di acqua dolce si aggira tra l’1 e il 2,5 % del totale delle acque dell’intero pianeta, ma di questa quella adatta all’alimentazione umana è solo una piccola parte a causa, oltre che dell’inquinamento atmosferico, anche della presenza di materiale disciolto nel terreno. L’acqua, comportandosi come un solvente, discioglie al suo interno diversi sali e diversi altri composti derivati dal contatto con i substrati rocciosi presenti all’interno del pianeta. Questi elementi talvolta non la rendono fruibile né per l’alimentazione umana né per la coltivazione. Oggi le risorse più importanti sono i terreni molto fertili e le fonti di acqua potabile perché il futuro del pianeta sarà basato sulla produzione delle derrate alimentari e pertanto i terreni devono avere il clima adatto. Le direzioni da seguire saranno quelle dell’efficienza nelle colture per l’alimentazione umana”.
Oltre a ciò una grande importanza riveste anche la continua produzione degli O.G.M., Organismi Geneticamente Modificati. La coltura di queste derrate richiede l’utilizzo di antiparassitari, di erbicidi e di fertilizzanti. “I grani antichi sono un’ottima soluzione per fermare la continua crescita di questi prodotti, perché a parità di produzione sono molto più salutari – conclude Sapienza -. La biodiversità è un grande patrimonio sia nella fauna che nella flora. Un grano O.G.M. rispetto a quello antico manca di vigoria, cioè di forza, come un uomo di 100 chili che non riesce a sollevare un peso di 50. Spesso noi non ci rendiamo conto del reale valore nutrizionale tra un prodotto e l’altro”.