Giornata internazionale delle donne nella scienza, parla la ricercatrice catanese Maria Elena Barone: “La scienza ha bisogno di donne coraggiose”

Giornata internazionale delle donne nella scienza, parla la ricercatrice catanese Maria Elena Barone: “La scienza ha bisogno di donne coraggiose”

CATANIA – Oggi, 11 febbraio si celebra la giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza (International Day of Women and Girls in Science), promossa con una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 22 dicembre 2015.

La ricorrenza in questione è stata approvata al fine di riconoscere pubblicamente il ruolo fondamentale che le donne e le ragazze svolgono nella scienza e nella tecnologia, e si pone come obiettivo di promuovere un accesso completo ed equo alla partecipazione scientifica alle donne e alle ragazze.

Infatti, secondo i dati delle Nazioni Unite, meno del 30% dei ricercatori scientifici nel mondo sono donne. Studi hanno dimostrato che le donne sono scoraggiate o diventano meno interessate a entrare nei campi della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (STEM) fin dalla giovane età. E secondo il Pew Research Center, le donne rimangono sottorappresentate in ingegneria, informatica e scienze fisiche.

Nonostante le sfide della discriminazione di genere e la mancanza di riconoscimento nella comunità scientifica, innumerevoli donne ispiratrici in questi campi hanno dato contributi storici alla scienza e hanno contribuito a far progredire la comprensione del mondo che ci circonda. Molti non sono stati riconosciuti nel corso della loro vita, ma i loro risultati hanno aiutato generazioni di scienziate a venire.

In occasione di questa ricorrenza ai nostri microfoni una ricercatrice catanese, la dottoressa Maria Elena Barone, dottoranda in biotecnologie microbiche, che ci spiega il suo percorso e la sua storia all’interno del mondo scientifico: Il mio percorso nella scienza inizia proprio dalle scuole superiori a Catania poiché, come percorso di studi, ho scelto il liceo scientifico. Successivamente la mia passione per le scienze e, principalmente per la biologia, è diventato il mio percorso accademico e di vita“. 

“Dopo la laurea di primo livello e la magistrale a Catania – ci spiega la dottoressa Barone -, nel corso dei quali ho svolto numerosi progetti di ricerca, nel 2018 ho lasciato la mia terra e mi sono trasferita in Irlanda dove ho iniziato il mio dottorato di biotecnologie microbiche all’Institute of technology of Sligo“.

Il mio lavoro, in breve, si basa principalmente sull’estrazione di metaboliti secondari dalle microalghe, a esempio antimicrobici“, spiega la dottoranda. “Al momento sono concentrata sugli antimicrobici, anche se il Covid – chiarisce la dottoressa Barone – ha rallentato un po’ la ricerca. Lavoro anche su altri aspetti del metabolismo e microalghe e le interazioni con la loro phycosfera, a esempio i batteri Marini“.

Come è arrivata sino a Sligo, nel nord della Repubblica di Irlanda?

A Sligo vi sono arrivata grazie alla partecipazione a una bando trovato su FomdPhD, una piattaforma molto famosa tra i ricercatori in cui ci sono annunci su vari PhD. Il bando in questione – sottolinea la dottoranda – è finanziato dall’Unione Europea, Borsa FET2020“.

Crede che sia necessario fare più campagne su donne nello STEM?

Si, sempre. Al momento la scienza è popolata da più donne ma ciò non toglie che ci sia un forte maschilismo ancora oggi. Abbiamo bisogno di donne determinate che non abbiano paura di esprimere le proprie idee.

Per le giovani donne che hanno paura ha intraprendere la ricerca scientifica mi sento di dire – conclude la dottoressa –  che lasciare la comfort zone è sempre traumatico ma creando connessioni con persone fidate e una solida base sul proprio lavoro si possono realizzare obiettivi che nemmeno ci si immaginava, e la sta la grandezza“.

Infine quest’anno, con grande slancio e interesse ad accelerare i progressi nel raggiungimento dell’Agenda di sviluppo 2030 e dei suoi 17 obiettivi globali, la sesta Assemblea della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza è organizzata dalla Royal Academy of Science International Trust (RASIT) e dalle missioni permanenti di Antigua e Barbuda, Bangladesh, Ungheria, Kenya, Malta, Messico, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia, alle Nazioni Unite e co-sponsorizzato dalle Missioni permanenti di Costa Rica, Montenegro e San Marino presso le Nazioni Unite, nonché dall’Africa Union, l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU), la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) e l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI).

Il tema dell’assemblea è “Oltre i confini: uguaglianza nella scienza per la società“, con un’attenzione particolare al valore degli aspetti sociali e delle dimensioni culturali in Scienza, Tecnologia e Innovazione per migliorare i programmi di sviluppo sostenibile.

L’assemblea presenterà per la prima volta Our Blind Fellow Scientists, attraverso un panel di alto livello intitolato Writing Science in Braille. Il panel mira a sollevare l’attenzione della comunità internazionale verso i diritti delle persone non vedenti e ipovedenti – in particolare donne e ragazze – nella scienza, istruzione e alfabetizzazione, pari opportunità, nonché la loro inclusione nei programmi di sviluppo sostenibile come agenti di cambiamento, non solo i suoi beneficiari.

Inoltre, l’assemblea promuoverà un approccio olistico per discutere “Come guidare l’economia innovativa nell’era post-COVID“. Le cinque aree tematiche di interesse dell’Assemblea 2021 evidenziano:

  • allineare la scienza con l’economia dell’innovazione;
  • economia dell’acqua per una crescita verde innovativa inclusiva;
  • women in Science for the Oceans: Celebrando l’inizio del decennio degli oceani;
  • creatività della scienza per rilanciare l’economia: Celebrazione dell’Anno internazionale per l’economia creativa;
  • donne nella scienza e nella diplomazia: Celebrazione dell’Anno internazionale della pace e della fiducia.

Fonte immagine: RTE