CATANIA – Sarà ospitato nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università di Catania, il prossimo 18 dicembre, il seminario di divulgazione del programma operativo Italia-Malta 2007-2013 “BioDiValue, il valore economico della biodiversità e degli ecosistemi” organizzato dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’ateneo catanese.
Il progetto è finalizzato alla prevenzione dei rischi legati ai territori costieri e ai mari e vede in prima linea l’Università di Catania grazie all’unità di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Industriale che sta sviluppando un “towfish”, veicolo rimorchiato subacqueo, contenente tutti i sensori necessari per analizzare l’acqua del mare del Canale tra Malta e la Sicilia ed in particolare nelle aree marine protette Plemmirio di Siracusa, Isole Pelagie e di Malta.
Il mezzo subacqueo consentirà di svolgere operazioni di monitoraggio, prevenzione e riduzione dell’inquinamento aria-acqua nel Canale siculo-maltese collegato alle attività di trasporto marittimo ed in particolar modo all’operatività delle navi che trasportano sostanze pericolose e nocive, ma anche di quelle che esercitano attività commerciale e non, quali la pesca, il turismo ed il diporto.
Capofila del progetto l’Arpa Sicilia – sezione di Siracusa, partner coinvolti le Amp “Plemmirio” di Siracusa e “Isole Pelagie” di Lampedusa, l’Ispra, Green Life, e l’Università di Catania, l’University of Malta e Gal Xlokk.
Apriranno i lavori, alle 9,30, il rettore Giacomo Pignataro, l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce, il direttore regionale del servizio V dipartimento programmazione, Antonio Piceno, il comandante della Guardia costiera di Catania, Domenico De Michele, il commissario straordinario dell’Autorità portuale, Cosimo Indaco, il project manager di Biodivalue, Gaetano Valastro (Arpa Siracusa), il responsabile scientifico del progetto per l’Università di Catania, Rosario Sinatra.
Il progetto si propone, inoltre, di creare strumenti operativi, a supporto di amministratori locali e operatori del traffico marittimo, utili a limitare gli effetti nocivi generati dall’inquinamento causato da traffico marittimo industriale, commerciale, peschereccio e da diporto nel Canale siculo-maltese.
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