Il Ministero della Salute è responsabile per violazione dei doveri di precauzione, vigilanza, controllo preventivo, informazione, prudenza e diligenza. A stabilirlo è la Corte d’Appello di Catania, Prima Sezione Civile, con sentenza n. 696/2021, con la quale ha riconosciuto un cospicuo risarcimento dei danni non patrimoniali a favore di un uomo divenuto paraplegico dopo la somministrazione di un vaccino contro la poliomielite.
La vicenda
Nel 1978 il protagonista della vicenda, che all’epoca aveva tre mesi di vita, veniva sottoposto a un vaccino antipolio.
A distanza di 15 giorni dalla vaccinazione gli veniva diagnosticata una paraplegia agli arti inferiori di sospetta natura poliomielitica.
La diagnosi definitiva, secondo l’Unità sanitaria locale, era quella di “paraparesi spastica con impossibilità alla deambulazione autonoma”.
I sospetti ricadevano sul tipo di vaccino somministrato che era stato creato con virus attenuati ma vivi, e che al momento del transito intestinale avrebbero potuto dar luogo ad una retromutazione, cioè diventare nocivi e causare delle complicanze: la cd. VAPP, ossia poliomielite paralitica post-vaccinica.
L’uomo a distanza di tempo decideva di chiamare in giudizio avanti il Tribunale di Catania il Ministero della Salute per chiedere il risarcimento dei danni non patrimoniali, ma questo veniva negato dal Giudice unico di primo grado.
Secondo il Giudice di prime cure “l’indicazione alla somministrazione del vaccino era formalmente corretta e conforme alla legge vigente all’epoca e… la retromutazione era incontrollabile e quindi non prevenibile”. Ergo, il Ministero non era responsabile dei danni subiti dal vaccinato.
L’appello per il risarcimento danni
L’uomo non ci stava e impugnava a mezzo dei suoi legali la sentenza dinanzi alla Corte d’Appello di Catania, esponendo in particolare:
- che il Ministero della Salute, in conformità agli obblighi di vigilanza e controllo ed in considerazione della pericolosità del vaccino somministrato (già conosciuta all’epoca della somministrazione), avrebbe dovuto vietare l’utilizzo del siero o consentirlo in modalità tali da evitare o minimizzare i rischi ad esso connessi. In che modo? Adottando un rigido protocollo di anamnesi che consentisse di verificare le condizioni del vaccinando. Protocollo ministeriale che, nel caso di specie, mancava;
- che, proprio perché le conseguenze del vaccino somministrato e la sua incontrollabilità erano ben note al Ministero (altri 12 casi di VAPP si erano verificati in Italia e 138 negli USA), quest’ultimo era responsabile per non aver esercitato, nonostante avesse tali conoscenze, alcun potere di controllo e vigilanza: il rischio, infatti, era intrinseco al vaccino somministrato.
La decisione: nesso causale tra vaccino somministrato e paraplegia, il Ministero è responsabile
Con la recentissima sentenza n. 696/2021 il Collegio etneo ha accolto la domanda riconoscendo il nesso causale tra la vaccinazione somministrata nel caso concreto e la paraparesi spastica e, dunque, la responsabilità per colpa del Ministero della Salute condannando a un cospicuo risarcimento dei danni non patrimoniali.
Il Ministero della Salute, in ossequio ai suoi doveri di precauzione, vigilanza e controllo preventivo, avrebbe dovuto vietare quel tipo di vaccinazione o quantomeno adottare ogni misura idonea ad impedire o minimizzare i rischi ad essa connessi. Ciò che non fu fatto, con conseguente responsabilità del Ministero stesso.
Non solo. All’epoca dei fatti esisteva un altro vaccino contro la poliomielite, sicuro e valido, in quanto impiegava virus inattivi che mai avrebbero potuto causare complicanze nei vaccinati.
Ma il Ministero non prese in considerazione questa valida alternativa, nonostante negli Usa proprio il vaccino somministrato fosse stato sostituito dall’altro, ritenuto sicuro.
Una decisione più che mai attuale alla luce dell’odierna campagna vaccinale contro il Covid19.
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