Tribunale di Catania: mentire sui propri sentimenti per ottenere del denaro? È reato!

Tribunale di Catania: mentire sui propri sentimenti per ottenere del denaro? È reato!

CATANIA – Far credere a taluno di amarlo e di versare in difficoltà economiche per persuaderlo a dare del denaro è reato: è la cosiddetta Romantic Scam, cioè truffa romantica. Lo ha stabilito il Tribunale di Catania, Prima Sez. Penale in composizione monocratica, con sentenza n. 3562/2020, con la quale ha condannato i tre imputati a cinque anni di reclusione e a 3500 euro di multa per i reati di truffa, tentata truffa aggravata e tentata estorsione aggravata.

La vicenda

Dai primi mesi del 2018 all’aprile 2019 la persona offesa veniva contattata su Facebook da una certa “Angela Giuffrida”. Questa affermava di vivere in Germania, di fare la badante, di essere maltrattata dai datori di lavoro e di avere problemi di salute. Gradualmente la stessa faceva credere alla persona offesa di essersi innamorata di lui e quest’ultimo, impietosito dalla situazione di lei, iniziava a versarle somme dalle 200 alle 500 euro.

Dopo qualche tempo, la stessa cominciò a chiedere cifre ben più alte. Dichiarando di aver lasciato la Germania, di essere arrivata a Roma e di trovarsi in ospedale a seguito di un’aggressione per rapina, chiedeva denaro per curarsi. A questo punto entrava in gioco l’altro imputato, che, fingendosi amico della donna, metteva a disposizione una postepay Gold attraverso cui versare somme superiori a 500 euro

Non solo. Entrava in gioco un terzo imputato, l’“Avv. Catania”, che telefonicamente e telematicamente chiedeva al povero malcapitato di pagare multe salatissime che erano state inflitte alla donna in Germania. Se non lo avesse fatto, sarebbe stato arrestato o sottoposto a procedimento penale. L’uomo, preoccupatissimo, vendeva immobili di sua proprietà per procurarsi le somme necessarie.

Tuttavia, nel momento in cui gli viene chiesto di vendere anche l’abitazione, lo stesso si rivolge ad un legale per poi denunciare i fatti, nell’aprile del 2019.

In primo grado

Dinanzi al Tribunale di Catania viene sentito un agente della Polizia Postale, che aveva seguito la vicenda a seguito della denuncia. Costui spiegava che si trattava del reato di Romantic Scam, truffa romantica, in cui un soggetto adesca sui social una persona debole e credulona, facendole credere di amarla e di trovarsi in difficoltà economiche per carpirne la fiducia e chiedere del denaro. Il teste affermava che la persona di “Angela Giuffrida” era un’invenzione e che il profilo Facebook era falso. Non esisteva neanche il fantomatico “Avv. Catania”.

I tre imputati, insomma, avevano architettato tutto per ottenere un ingiusto profitto con altrui danno. Avevano, cioè, agito con dolo, con intento truffaldino, raggirando la vittima per ottenere del denaro.

Decisione: è reato far credere a taluno di amarlo per ottenere del denaro

Il Tribunale non ha dubbi e condanna i tre imputati a cinque anni di reclusione e alla multa di 3.500 euro per i reati di truffa, tentata truffa aggravata e tentata estorsione aggravata.

Secondo il Giudice etneo ciascuno di loro ha agito col fine di arricchirsi ai danni della vittima, scopo “posto in essere spregiudicatamente e per oltre un anno e mezzo con artifizi di varia natura come la creazione di un falsa identità digitale, l’inoltro di messaggi di testo e vocali tesi e l’invio di fotografie artatamente create per far sì, da una parte che la vittima si innamorasse della finta donna virtuale e, dall’altra, che la stessa si muovesse a pietà per la situazione dell’amata tale da essere indotto con finte promesse e piagnistei a sborsare ingenti somme di denaro. Artifizi che hanno ingenerato nella vittima una falsa rappresentazione della realtà si da fargli credere che la donna avrebbe lasciato la Germania grazie al suo denaro e si sarebbe stabilita presso di lui per convivere come una coppia di innamorati e procurandosi così un ingiusto profitto pari a circa 440.000 euro con pari danno per la vittima”.

Per quanto riguarda la truffa, il Tribunale riprende un orientamento della Cassazione, precisando che “la truffa non si apprezza tanto per l’inganno in sé riguardante i sentimenti dell’agente rispetto a quelli della vittima, ma perché la menzogna circa i propri sentimenti è intonata con tutta una situazione atta a far scambiare il falso con il vero operando sulla psiche del soggetto passivo”.

Gli imputati vengono condannati anche per il reato di tentata truffa aggravata in quanto alla persona offesa era stato chiesto il versamento di 41.000 euro per pagare finte multe, e ciò attraverso artifizi e raggiri aventi lo scopo d’ingenerare nella vittima il timore di essere arrestato o sottoposto a procedimento penale in caso di mancato pagamento.

Infine il finto Avv. Catania viene condannato anche per tentata estorsione aggravata, avendo minacciato di morte la vittima, telefonicamente e telematicamente, di fronte al suo primo e fermo rifiuto di versare il denaro.

A questo link, è possibile consultare il documento completo del Tribunale di Catania.

Immagine di repertorio