CATANIA – In sede di divorzio (e analogicamente, di separazione), il coniuge può accedere direttamente alle informazioni reddituali e patrimoniali dell’altro coniuge.
Sono queste le conclusioni cui è giunto in un’originalissima decisione interlocutoria del 29 settembre 2021 il Tribunale di Catania che, in un caso di separazione, attesa e constatata la difficoltà dell’ufficiale giudiziario, ha autorizzato d’ufficio ciascuna parte a chiedere direttamente ai gestori delle banche dati dei vari enti informazioni sul reddito e sul patrimonio dell’altro coniuge.
Si tratta di dati sensibili – ricorda il Tribunale etneo nel recentissimo provvedimento – che dovranno essere gestiti dall’avvocato che li riceve nel pieno rispetto delle cautele a tutela della riservatezza.
Il Tribunale di Catania ha operato una scelta certamente innovativa: si accorciano sensibilmente i tempi del procedimento, e si conferisce direttamente alle parti la facoltà di accedere a dati prima non consultabili, se non per il tramite dell’ufficiale giudiziario in sede di esecuzione.
Ciò, ovviamente, se si riscontrano oggettive difficoltà per le attività di accesso da parte dell’ufficiale giudiziario: nel caso concreto, non risultava infatti pubblicato l’elenco delle banche dati per le quali è operativo l’accesso da parte dell’ufficiale giudiziario etneo per le finalità di cui all’art. 492 bis c.p.c..
Quest’ultima è una norma dettata in materia di esecuzione, che concerne la ricerca, con modalità telematiche, dei beni da pignorare, che prevede che il presidente del Tribunale, su richiesta del creditore (in questo caso il coniuge avente diritto al mantenimento) e verificato il diritto dello stesso all’esecuzione forzata, possa autorizzare la ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare.
In questo caso la disposizione è stata applicata d’ufficio – in modo davvero rivoluzionario – in sede di separazione, consentendo così di raccogliere elementi per la determinazione dell’assegno di mantenimento ed indirettamente anche di individuare beni suscettibili di essere sottoposti ad esecuzione in caso di inadempimento dell’altro coniuge.
Insomma, sicuramente una decisione d’avanguardia che apre nuovi scenari anche per gli operatori del diritto.