“Open your mind”, il POC 2022 dell’I.C. “G. Falcone” di San Giovanni La Punta – FOTO e VIDEO

“Open your mind”, il POC 2022 dell’I.C. “G. Falcone” di San Giovanni La Punta – FOTO e VIDEO

CATANIA – POC 2022: modulo di lingua inglese “Open your mind”, a cura della esperta Prof.ssa Cinzia Pagliara, con tutor insegnante Valeria La Rocca, si è svolto all’I.C. “G. Falcone” di San Giovanni La Punta, con protagonisti ragazze e ragazzi della scuola secondaria di primo grado.

 

Il corso, interamente concentrato sul potenziamento dell’abilità di comunicazione orale, si basa sui principi di “didattica umanistica” cari a Maslow e Rogers, e sulla ferma convinzione che per comunicare non bastino solo la correttezza o la competenza grammaticale, ma soprattutto la capacità empatica e la conoscenza delle diverse sfumature emotivo-emozionali.

Lo scorso anno durante i moduli PON questo tipo di sperimentazione didattica ha dato risultati molto positivi, quindi si è deciso di proseguire, aggiungendo nuovi tasselli. Le studentesse e gli studenti vengono sottoposti a “language showering”, una riduzione dell’ormai famosa “language immersion” che meglio si adatta alla capacità attentiva della fascia adolescente.

Brevi “docce linguistiche”, dunque, ma frequenti e senza l’utilizzo di una lingua-ponte, intervallate da giochi, canti, listening, story-telling e role-play, durante i quali le ragazze e i ragazzi provano a raccontare un lingua inglese non solo gli eventi esterni ma ciò che si può provare interiormente in determinate circostanze, e i risultati sono ancora una volta sorprendenti, perché sono capaci di notare sfumature impercettibili.

Interessante il lavoro sul “blowing away our worries”, riconoscere e condividere le proprie paure e le proprie fragilità e “spazzare via”: farlo in inglese è stato più facile, e il coinvolgimento di tutte e tutti molto forte.

Le parole della Prof.ssa Pagliara

Credo moltissimo in questo tipo di didattica, perché ci mantiene umani – afferma la prof.ssa Cinzia Pagliarae dico CI perché non mi riferisco soltanto a ragazze e ragazzi, ma anche a chi insegna. È un approccio che non si basa su dati oggettivi, ma sulla straordinaria soggettività di ognuno di noi. Spesso gli studenti esprimono la loro stanchezza, l’ansia, il disagio per questo tempo così complesso che stiamo vivendo. Insieme stiamo sperimentando piccole, insolite strategie (in inglese, naturalmente): ad esempio essere dei ‘rockets’ verso la ‘nostra’ personale meta, ma a piccoli step, perché ognuno ha il suo passo. Al di là della disciplina, ciò che più importa è creare nei ragazzi un ‘growth mindset’: se possiamo riuscirci con stimolanti docce linguistiche, il gioco è fatto“.