CATANIA – “Auspichiamo vivamente che la convenzione del gestore unico dei servizi idrici nel territorio di Catania venga sottoscritta da tutte le parti coinvolte, consentendo così di avviare finalmente la gestione unica e recuperare il tempo perso. Questo è il nostro principale obiettivo“, ad affermarlo ai nostri microfoni Antonio Coniglio, direttore generale Acoset Spa e il presidente dell’azienda, Giovanni Rapisarda.
La riunione dell’assemblea ATI è prevista per giovedì 7 dicembre e coinvolgerà tutte le parti interessate con l’obiettivo di stipulare la convenzione. Nel caso in cui non si raggiunga la maggioranza necessaria, sarà indispensabile nominare un commissario che avrà il compito di procedere comunque alla creazione del gestore unico.
“Riteniamo che la firma e la votazione formale della convenzione siano essenziali. Nel caso in cui ciò non dovesse accadere, prevediamo conseguenze gravi, poiché la mancata sottoscrizione ci metterebbe in una difficile posizione, con le convenzioni di gestione in scadenza il 31 dicembre 2023 tra le società uscenti e le altre parti coinvolte. Questo ci priverebbe del titolo necessario per continuare la gestione e solleverebbe il problema dell’impossibilità di ricevere gli aggiornamenti tariffari previsti dal metodo regolatore. Le implicazioni di una mancata firma sono, pertanto, di considerevole portata“, sostengono i vertici Acoset.
La bozza di convenzione è progettata per garantire la continuità aziendale e affrontare le sfide finanziarie, mantenendo un equilibrio tra le esigenze degli operatori privati e l’interesse collettivo. “In caso di mancata firma – continuano – ci troveremmo prigionieri dell’attesa come se si stesse aspettando il fallimento delle società“. Tale incertezza risulta incompatibile con la gestione finanziaria e la continuità aziendale.
L’implementazione del gestore unico porterebbe a una centralizzazione degli investimenti e consentirebbe la gestione coordinata delle risorse idriche. L’azienda Acoset, come dichiarato dal direttore generale Coniglio, è pronta a riconvertirsi in socio d’opera e sta già preparando un business plan e il fabbisogno. “La SIE non è un’azienda privata. I privati costituiscono una parte della SIE, che opera secondo un modello a doppio getto con una quota del 51% di proprietà pubblica e il rimanente, approssimativamente il 49%, detenuto dal socio–gestore. Acoset possiede il 13% ed è titolare di vari servizi. Pertanto, la componente pubblica è presente poiché siamo una società pubblica”, concludono il direttore Coniglio e il presidente Rapisarda.
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