Tondo Gioeni, Bianco (assente) si difende col morto

Tondo Gioeni, Bianco (assente) si difende col morto

CATANIA – Convocata in fretta e in furia una conferenza stampa dal Comune di Catania per ribattere, colpo su colpo, alle accuse mosse dai consiglieri di centrodestra e al malumore montante in città per i disagi arrecati dal traffico nella zona del tondo Gioeni. I lavori della cabina dell’Enel di via Santa Sofia e quelli del tornaindietro di via Petraro, ancora non conclusi, non hanno fatto altro che aumentare le lunghe code e i disagi per gli automobilisti.

Al tavolo da gioco delle polemiche politiche Enzo Bianco, assente e subissato dai cattivi voti delle opposizioni, si difende dagli attacchi e tira fuori il morto. 

Il vicesindaco Marco Consoli inviato a parlare ai cronisti ha giustificato l’abbattimento del ponte adducendo le responsabilità alla passata amministrazione Stancanelli  e ha come pezza d’appoggio una nota, risalente al 2011, dell’allora assessore ai Lavori Pubblici Sebastiano Arcidiacono.

Questo sembra un comportamento di crocettiana memoria: quando si è alle corde si tirano fuori le carte e i dossier. Evidentemente il presidente della Regione sta facendo scuola.

In tale documento “l’esponente illustre della giunta Stancanelli” (così l’ha definito Consoli) evidenzia la mancanza di fondi sufficienti per il consolidamento dell’opera.

“Vi è una nota ufficiale dell’assessore ai Lavori Pubblici ha spiegato Consoli – che richiedeva di revocare la delibera del consolidamento per ragioni di copertura economica, in quanto il consolidamento sarebbe costato 4 milioni di euro che si sarebbero aggiunti ai 4 della Regione. Un’opera impossibile da realizzare e dunque l’assessore invitava il sindaco a procedere all’iter dell’abbattimento per ragioni di rischio sismico”.

Per il vicesindaco l’abbattimento del ponte è stata “una scelta obbligata e non discrezionale” e ha accusato la precedente amministrazione di “aver deciso di non decidere, invece la giunta di Enzo Bianco ha scelto di decidere, nonostante l’orientamento contrario della pubblica opinione e riconoscendo l’urgenza dell’intervento a causa del rischio sismico”.

Inoltre Consoli ha ulteriormente giustificato la scelta dell’abbattimento spiegando che “il costo per il consolidamento dell’opera e l’abbassamento della strada sarebbe arrivato a quasi 9 milioni di euro e avrebbe tenuto aperto un cantiere per quasi un anno”.

Sulla mancata presenza del primo cittadino il vicesindaco ha detto di essersi preso l’onere di parlare alla stampa perché “da ex presidente del consiglio comunale ho avuto con la passata amministrazione un vivace confronto su questo tema e ne ho seguito tutto l’iter”.

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Sui tempi di consegna del tornaindietro di via Petraro Consoli ha garantito che per fine settembre sarà tutto pronto e l’ingegner Condorelli, presente alla conferenza stampa, sulle polemiche suscitate sulla presunta irregolarità dell’opera ha spiegato che “non esistono problemi perché abbiamo scelto di realizzarlo con una larghezza della carreggiata di 5 metri al posto di 6, questo per evitare la formazione di due file distinte di auto”.

“L’amministrazione aveva contratto un debito nei confronti della Tosa, la ditta che ha i lavori del tondo Gioeni, pari a 3 milioni e mezzo di euro. Sia noi sia Stancanelli avevamo l’unica strada dell’abbattimento” ha puntualizzato il vicesindaco.

Oggi il Comune era in vena di distribuzione di documenti. E’ stato mostrato un secondo documento, un ordine di servizio del luglio del 2014 firmato da Mirone, direttore dei lavori, relativo alla realizzazione del nodo di via Petraro – Passo Gravina.

Consoli ha assicurato che i vigili urbani lavoreranno, sin dalle sette del mattino, nella zona del tondo, per evitare i congestionamenti del traffico dovuti all’apertura delle scuole.

“Qualcuno spera nella disorganizzazioneconclude Consolima non ci faremo trovare impreparati”.

Per il sottopasso di via Caronda, invece,  si dovranno attendere ulteriori fondi.