CATANIA – Dopo tanti mesi da attore non protagonista a Palazzo degli elefanti, per via dell’applicazione della legge Severino che lo ha sospeso dal ruolo di sindaco, Salvo Pogliese giovedì 28 luglio si dimetterà dalla carica di primo cittadino.
Questo quanto filtra dagli ambienti di Fratelli d’Italia di cui Pogliese è coordinatore regionale per la Sicilia orientale oltre al fatto che, dopo anni complicati, sarebbe tentato da una poltrona in Parlamento.
Ma per candidarsi alle prossime politiche del 25 settembre Pogliese non può essere sindaco (anche se solo formalmente) di una città con oltre 20 mila abitanti così come previsto dal Testo unico di Camera e Senato che in caso di scioglimento anticipato delle Camere, prevede che la carica non sia ricoperta entro sette giorni dal decreto di scioglimento (giovedì per l’appunto).
Cosa succede a Catania?
La conseguenza delle dimissioni di Pogliese potrebbe essere, con tutta probabilità, un commissariamento della città fino alla scadenza naturale del mandato che si concluderà nella primavera inoltrata del 2023. A meno di interventi dell’Ars, da escludere considerando che anche lì è partita la campagna elettorale, che potrebbero anticipare i tempi.
Catania diventa una pedina di scambio nello scacchiere del centrodestra che porterebbe Valeria Sudano in quota Lega a Palazzo degli Elefanti, col sostegno di Fratelli d’Italia che si garantirebbe l’appoggio dei leghisti siciliani per la presidenza della Regione con uno del duo Stancanelli-Musumeci in campo.