Ridurre le diseguaglianze: le Acli Sicilia hanno le idee chiare

Ridurre le diseguaglianze: le Acli Sicilia hanno le idee chiare

CATANIA – Si è conclusa oggi all’Hotel Nettuno di Catania,  la due giorni di dibattito organizzata dal presidente di ACLI Sicilia, nonché vicepresidente nazionale, Santino Scirè, sul tema Ridurre le diseguaglianze: il percorso dell’azione sociale e politica, che ha visto la partecipazione del presidente delle Acli nazionali Gianni Bottalico, del presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, di Carlo Borgomeo,  presidente Fondazione Con il Sud. Tra gli interventi di maggiore rilievo quelli di Franco Luca, presidente Acli Catania, di 
Marisa Acagnino,  magistrato, 
di Giuseppe Lupo, vice presidente Assemblea Regionale Siciliana, di Nunzia Catalfo, senatrice Movimento 5 Stelle e del sindaco di Catania, Enzo Bianco.

La ripresa del Mezzogiorno, la giustizia sociale, le strategie e la lotta all’impoverimento sono stati gli argomenti principali di quasi tutti gli interventi, anche alla luce del chiaro invito “State al mondo” di Papa Francesco rivolto a tutti i cattolici. Invito che si traduce nelle tante azioni quotidiane e nelle proposte che a livello nazionale e locale, le Associazioni cristiane dei lavoratori propongono alle istituzioni.

Papa Francesco non ci offre solo un punto di vista ma anche un metodo di ragionamento – ha detto Bottalico -. Bisogna cioè leggere gli eventi nell’ottica della giustizia sociale. Chiedersi se questa scatta sul serio, quando si prende una decisione anziché un’altra. L’Ocse dice che se la povertà viene combattuta in maniera adeguata vale il 2% del PIL nazionale e sembra ormai chiaro che lo sviluppo del nostro Paese passa dalla lotta alla povertà. Quanto accaduto in Grecia ci dice che non ci si può accanire su un popolo. L’onestà intellettuale impone, adesso, di assumersi precise responsabilitàLa verità è che siamo abituati a vedere il sociale come un aspetto da considerare solo dopo aver garantito i livelli economici. Bisogna invece convincersi che la precondizione per proseguire è il rafforzamento del capitale sociale”.

Il reddito di cittadinanza, da sempre nei programmi del Movimento Cinque Stelle, è stato l’oggetto dell’intervento della senatrice Catalfo mentre Giuseppe Lupo ha sottolineato la necessità che le risorse comunitarie vengano impiegate per investimenti all’insegna di un Sud produttivo e non impelagato con la trappola assistenziale.

Criminalità minorile in aumento, pignoramenti sempre più all’ordine del giorno, disagio sociale i temi trattati dal magistrato Marisa Acagnino, che è stata applaudita non solo per l’intervento ma anche per la sua incessante attività. “A Librino non si sentono catanesi. Quanto questo ha contato sulla mancata integrazione tra quartieri e città?”, ha chiesto il magistrato, che ha poi concluso: “Siamo stanchi di parlare di legalità“, alludendo all’uso spesso svuotato del significato reale che ne fa la politica e non solo, ostentandolo come vessillo ma non vivendolo nella quotidianità.

Un importante riconoscimento al volontariato sociale nelle parole del presidente Santino Scirè, che ha voluto ricordare il percorso che le Acli hanno fatto in questi anni, all’insegna del dialogo con il mondo dell’impresa profit “anche quando il punto di vista era diverso, ma nel pieno rispetto della propria identità e sempre in vista di una possibile collaborazione verso obiettivi comuni“.

L’intervento del sindaco Enzo Bianco ha puntato sulla necessità di una collaborazione tra i vari attori cittadini; il primo cittadino ha auspicato una “carta di impegni” che contenga azioni concrete, sul modello della nuova “Carta di Catania” sulla mobilità sostenibile. A chiudere i lavori è stato, attesissimo, il presidente della Regione Sicilia. Crocetta ha voluto sottolineare il percorso comune con le Acli: “Non possiamo non guardare con preoccupazione a quanto avviene a livello internazionale e non possiamo non vedere cosa accade sotto i nostri occhi. L’obiettivo per l’uscita dalla crisi non è la coesione sociale ma il mantenimento delle risorse finanziarie che rimangono nelle mani di pochi individui. Non potrei essere un altro Tsipras, perché sono troppo razionale, ma il mercato così com’è non può essere l’unico modello possibile”.