CATANIA – “Siamo declassati e non ci viene riconosciuto quello che facciamo”. È questo lo sfogo di Roberto Montalto, appartenente al corpo dei vigili urbani, in occasione del sit-in nazionale della polizia locale di questa mattina davanti la prefettura di Catania.
“In questa città viviamo una situazione difficile. Innanzi tutto per la mancanza di personale. In una metropoli come questa, ci vogliono circa 1100 unità, ma, ad oggi, siamo poco più di 400. Davvero pochi per il lavoro che dobbiamo svolgere, specialmente se teniamo conto che noi siamo il primo punto di riferimento per i cittadini”.
Ma le osservazioni e le cose che non funzionano non si limitano solo a questo. L’intera categoria, infatti, non vede riconosciuti i propri diritti e le proprie funzioni: “Diciamo che, a livello nazionale, i dipendenti della polizia locale non hanno un trattamento economico di pari livello alle altre forze dell’ordine. Questo perché non rientriamo nelle categorie di sicurezza. Per esempio, per il nostro lavoro spesso svolgiamo il ruolo di ufficiale giudiziario, cosa che non ci viene riconosciuta”.
Ma Roberto non si ferma qua e prosegue la sua riflessione con tanta amarezza: “Quando serve siamo considerati come gli altri, ma nei fatti e nei contratti no. Non vediamo da anni i rinnovi contrattuali, in cui si dovrebbe ridefinire il nostro ruolo e, soprattutto, abbiamo un personale che ha necessità di essere rinnovato. La nostra età media è di circa 56 anni. Perché non fare un concorso e aprire le porte alle nuove leve?”.
Adesso la palla passa nuovamente al governo.